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L'altro derby di Ledesma

Ledesma

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Non sarà una partita come le altre, anzi. Domani alle 18 contro il Lecce Cristian Ledesma giocherà contro il suo passato, contro la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio dopo i primi vagiti calcistici nel Boca Junior, contro la città a cui è legato a filo doppio per tanti motivi. Colori a parte (il giallorosso ormai è bandito da casa Ledesma), innanzitutto Lecce significa famiglia. Quella sua con il fratello Javier, uno dei nove di una famiglia più lunga della panchina di Reja, ha aperto proprio nel capoluogo salentino un ristorante argentino dal nome che è un programma «Posada Patagonia». Già, la Patagonia, le origini, il cuore è lì anche se poi c'è Lecce e Roma naturalmente dove ormai ha messo le sue radici. Ma famiglia, come detto, significa anche Marta, la ragazza leccese conosciuta nei primi anni trascorsi in Salento che ora è sua moglie. Lei è di Guagnano, un piccolo paese nell'entroterra di Lecce, dove è scoccata la scintilla fatale. E poi i figli Alice e Daniel, entrambi nati il 21 agosto guarda caso proprio a Lecce anche se Marta spiega «solo per motivi logistici, Cristian è in ritiro in quel periodo». Insomma Lecce nel cuore per forza anche per le frequenti visite in una delle zone più belle d'Italia. Ci va spesso Cristian a trovare il fratello ma anche i parenti della moglie a cominciare da nonna Uccia che gli prepara le polpette al sugo nonostante 89 anni già compiuti. È la benzina necessaria per i muscoli del centrocampista argentino che subisce la marcatura serrata del nutrizionista della Lazio, Roberto Verna, pronto a controllare i vizi salentini. Ma non basta perché Cristian è anche un moderato bevitore di vini e nel Salento se ne trovano di buonissimi come il Negramaro, il Notarpanaro oppure il Salice. Beve e colleziona bottiglie che custodisce gelosamente nella sua casa romana a Vigna Clara. E poi la spiaggia «le dune» di Porto Cesareo con l'immancabile tuffo in un mare che ha poco da invidiare alle Maldive. Senza dimenticare che a volte gli capita di rivolgersi al piccolo Daniel in dialetto leccese. Frasi tipo «sciamune moi» (andiamo via adesso), oppure «ce sta faci» (che fai?), sono all'ordine del giorno a casa Ledesma e qualche volta anche lo stesso Cristian si lascia prendere la mano e torna indietro nel tempo con quelle espressioni che ormai gli sono entrate nel sangue. Domani la sfida contro il Lecce che per entrambe le squadra significa molto ma, come sempre gli accade, sarà professionista fino all'ultimo secondo della partita. Poi abbraccerà amici e parenti sperando di aver dato un dispiacere al «suo» Lecce anche perché è pieno zeppo di ex romanisti a cominciare dal tecnico Cosmi che è arrivato in settimana nel Salento. Vincere per portare in alto la Lazio e poi sperare nella salvezza del Lecce.

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