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Dario Briscolini Sale la febbre per il Clasico.

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Oltre300 milioni di spettatori potenziali nel mondo, 200 milioni in più rispetto all'ultimo duello del 16 aprile scorso: non una partita come tutte le altre ma mai come quest'anno la più emozionante che può proporre il calcio mondiale. La straordinaria forza delle due squadre nasce da filosofie completamente diverse. Alla politica di spese folli del Real Madrid per assicurarsi i giocatori migliori, si contrappone il modello Barcellona incentrato sulla «cantera» che permette ai catalani di sfornare i propri grandi talenti in casa. Tra quelli che tiferanno per i blaugrana c'è Luis Enrique, un ex di entrambe: «È una partita imperdibile, la vedrò sicuramente e tiferò Barca». Due sfide nella sfida: Messi contro Cristiano Ronaldo e Mourinho contro Guardiola. Sulla sponda Real Mourinho non parla e, come nella passata stagione, lascia che in conferenza stampa si presenti il suo secondo Karanka: pare che lo Special One fosse infastidito dalle critiche di alcuni giornali per la scelta fatta di mettere in campo contro l'Ajax il giovane Pedro Mendes, di solito riserva nella «squadra b» del Madrid, facente però parte della scuderia del suo agente Jorge Mendes. Intanto a Madrid il clima che si respira è diverso rispetto alle passate stagioni. Il Real è primo con tre punti di vantaggio sui rivali e una partita in meno mentre il Barcellona non è più una macchina infallibile (lo dimostrano i tanti punti lasciati agli avversari anche non trascendentali in questa Liga). Quindi si prevede una gara apertissima. Mourinho ha convocato tutti i giocatori ad eccezione di Ricardo Carvalho. Il suo vice Karanka ha ben nascosto quale sarà la formazione titolare di stasera, minimizzando l'evento: «È una gara come tutte le altre e non firmiamo per il pari». Dall'altra parte in attacco dubbio Villa-Sanchez. Guardiola tace e studia come mettere in difficoltà gli avversari: sembra abbia imposto ai suoi un rigoroso silenzio sulle tattiche blaugrana. Ci sono tutti gli ingredienti per un grande spettacolo. Vedremo chi la spunterà, Mourinho o Guardiola?

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