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Dalla Uefa niente indagini per l'imbarazzo di Zagabria

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Insenso buono. È l'unica nazione agli ottavi di Champions League con tre squadre: Napoli, 11 punti, uno in più dell'Inter, prima nel suo, e due in più del Milan, secondo dietro al Barcellona. Meglio di Spagna e Germania, surclassata l'Inghilterra di Manchester. Il calcio tricolore rinato dalle sue ceneri come l'araba fenice. Anche il presidente dell'Uefa, Michel Platini, lo ha riconosciuto a margine dell'Esecutivo della confederazione calcistica continentale a Venezia: «Da ieri il vostro calcio è rinato, ma resta il problema più grave: gli stadi». Sulla bufera per il rocambolesco risultato tra Dinamo Zagabria e Lione (1-7 e Jurcic esonerato), il precisino Platini non aprirà nessuna inchiesta: «Rispetto quanto succede sul campo di gioco. I grandi nomi non sono costretti a vincere per forza. È normale che la stampa si interroghi, ma, se c'erano dei dubbi sono stati dissipati (da cosa non è chiaro)». Poi una considerazione tecnica da ex giocatore, da ex fuoriclasse juventino: «La Dinamo Zagabria non ha una buona difesa aveva già preso sei gol dal Real Madrid». La pensa allo stesso modo il segretario generale dell'Uefa, Gianni Infantino: «Nessuna irregolarità nel giro di scommesse sul match in questione. Attendiamo i referti arbitrali e il rapporto del delegato alla partita e, se emergerà qualcosa di sospetto, che per ora non c'è, faremo scattare l'indagine». Ma ricostruendo la partita - scandalo del girone D, un primo tempo finito in parità, un «sospetto» occhiolino accompagnato dal segno «ok» del difensore croato Vida all'attaccante Gomis, con sei gol in mezz'ora della ripresa (differenza reti necessaria ai transalpini per passare il turno ai danni dell'Ajax), qualche dubbio lo lasciano. Ombre su cui, però, non c'è alcuna inchiesta.

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