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L'equivoco Djedovic e la difesa smarrita

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Ifatti dicono, apertamente, che sull'asse slavo la Virtus Roma sta vivendo un equivoco tecnico-tattico da cui non riesce a venir fuori. Anzi si sta arrotando su se stessa mettendo da parte le sue certezze assolute nel tentativo di recuperare un giocatore, appunto Djedovic, di prepotente energia ma di un'anarchia che produce danni sui singoli e, di riflesso, negli equilibri di squadra. Con 35' sul legno del Palazzetto di Viale Tiziano è stato il giocatore più utilizzato. Con 14 tiri dal campo è stato anche quello che si è preso più conclusioni (realizzando 19 punti), due in meno di Mordente e Datome messi assieme. C'è qualcosa che non quadra ed è Lardo che deve spiegare perché ci sia ne confronti del giovane bosniaco in prestito dal Barcellona, buon giocatore ma non fuoriclasse, una benevolenza che per altri non è prevista. Tanti compagni hanno manifestato segnali di insofferenza di fronte al suo tenere costantemente palla tra le mani e Tucker spesso ha scosso la testa per il modo con cui è isolato dal contesto del gioco. Mordente è riuscito a portare un po' di equilibrio nella difficile chimica di una squadra che è schiava dei momenti, ma non può bastare. Per questo è sperabile che, in attesa che torni Maetsranzi, si agisca sul mercato. Gordic è un appendice della connection slava ed è tutto fuorché un regista. E poi c'è un'identità difensiva smarrita. Lardo è famoso riconosciuto per come sa rompere i giochi avversari, ma in questa Virtus gli è riuscito poco e male. Così l'obiettivo della Coppa Italia rischia anche in questa stagione di volare via. C'è da far chiarezza, e subito, sui ruoli dei singoli e sull'identità che questa squadra deve avere. La qualità dei minuti, difensivi e offensivi, giocati con in campo Tonolli, Datome e Mordente dovrebbe far riflettere. Sempre che se ne abbia la voglia di farlo. Fab. Fab.

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