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Daniele Palizzotto Chiamatelo tavolo della pace, o magari tavolo della serenità come preferisce Giovanni Petrucci.

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Invista dell'incontro del 14 dicembre, però, le posizioni delle parti sembrano ancora parecchio distanti. Il patron dell'Inter Massimo Moratti, per esempio, ha accettato l'invito al tavolo - idea ipotizzata in estate dal numero uno della Fiorentina Diego Della Valle e rilanciata dal presidente della Juventus Andrea Agnelli per «valutare tutti i fatti del 2006, trarne le giuste conclusioni e poi guardare avanti» - ma ora ne rifiuta parte dei contenuti: «Questo tavolo non può fare un discorso sul passato - ha spiegato Moratti - le persone che hanno il potere di giudicare sono altre, noi possiamo parlare di Calciopoli come si può fare in un bar». La posizione dell'Inter, insomma, mal si sposa con le richieste di Agnelli. «Natale è vicino - ha aggiunto Moratti - e non penso che la Juventus pretenda in regalo la restituzione dello scudetto 2006. Piuttosto possiamo, o meglio posso chiudere col passato, facendo finta di dimenticare tutto per guardare al futuro con spirito costruttivo, attraverso una collaborazione amichevole. Ma certo al tavolo non sarò io l'imputato, sarebbe un'impostazione assurda, anche perché il procuratore di Napoli ha già sottolineato l'irrilevanza delle nuove intercettazioni». Le esternazioni di Moratti, seguite a quelle del presidente del Cagliari Cellino («Se il Coni vuole parlare della riforma del calcio deve invitare anche la Lega»), hanno indotto la reazione di Petrucci. «Nessuno può dettarmi l'agenda – ha osservato il numero uno dello sport italiano – io decido chi invitare al tavolo, dove poi esprimerò le mie idee. Eravamo partiti col piede giusto, ma ogni giorno c'è una nuova puntata della telenovela: basta con le polemiche». Petrucci ha poi parlato della diatriba Juventus-Inter. «Ho parlato personalmente con Agnelli e Moratti, sono persone di buon senso e poi si avvicina il Natale: una soluzione verrà trovata. Ma non chiamatelo tavolo della "pace", perché non ci sono guerre in corso».

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