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Quel «matto» che in campo fa sempre la differenza

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Einvece è tutto vero, anche se ancora non chiaro: Cassano sta male e c'è una forte possibilità che possa aver chiuso con il calcio. Piomba come un macigno a metà pomeriggio il bollettino medico dall'ospedale di Milano che parla di «ictus ischemico» per l'attaccante rossonero. Sta meglio, parla, i sintomi che avevano messo a soqquadro la sua vita si sono attenuati, quasi scomparsi, ma l'ombra dell'ictus resta lì pesantissima a incidere sul futuro di talento assoluto. Proprio ora che, dopo una storia di tormenti e passioni, aveva finalmente trovato la serenità: una moglie Carolina che lo ha «calmato» non poco, un bimbo Christopher al quale trasmetterà tutto il suo talento calcistico. E una società con le spalle abbastanza larghe per contenere i suoi eccessi e convogliarli in energie positive. Aveva trovato la sua collocazione in nazionale, un posto d'onore nel cuore di Prandelli e degli italiani alla metà dei quali ha fatto soffrire le pene dell'inferno in campo: perché averlo contro in campo non è mai una bella cosa. Perché con la palla tra i piedi Antonio è uno di quelli che fa la differenza, in grado di far venir giù uno stadio con quel tocco unico e delizioso: una roba per palati fini. Di quelli che danno del «tu» al pallone, che fanno la differenza: sempre. Resta l'attesa, la speranza di vederlo tornare a fare la cosa che meglio gli riesce nella vita: giocare a pallone. A modo suo, sempre: prendere o lasciare: è il bello di Cassano. Anto' dai, basta cò 'sti scherzi...!

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