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Mossa giusta aspettando una prova convincente

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Masoprattutto dopo un successo come quello col Palermo di domenica scorsa che ha portato tre punti importantissimi in casa Roma ma ha lasciato intatti i dubbi di su una squadra che gioca a sprazzi. Nei primi quindici minuti la Roma esprime al meglio (o lì vicino) il calcio voluto dal tecnico delle Asturie, cosa che avviene in genere anche per lo stesso periodo della ripresa. Il problema sono gli altri sessanta minuti nei quali troppo spesso la Roma perde di intensità e cala vistosamente. Luis Enrique ha detto recentemente che non si tratta di calo fisico, ma è una «questione di testa». Difficile capire cosa sia peggio, resta il fatto che nel primo squarcio di stagione alla Roma è mancata la costanza. Detto questo, è impossibile togliere ai tifosi romanisti il sogno e il godimento sportivo di aver «scoperto» un talento pazzesco come quello del giovane argentino Erik Lamela. Anche qui il tecnico fa bene a volar basso, a ricordare a una piazza schiacciasassi come quella romana, che il giocatore ha solo diciannove anni e che deve ancora fare tutto. Fa parte del suo ruolo di leader dello spogliatoio, ma soprattutto di uomo di sport che sa benissimo quanto sia facile passare dal paradiso all'inferno: basta sbagliare una partita. Chiedere a Juan che dopo quattro stagioni in giallorosso da protagonista, si è ritrovato ad avere la prima chance alla settima partita e solo perché i «titolari» non erano disponibili. E il fatto che il suo esordio in campionato quest'anno sia stato decisamente non all'altezza delle sue capacità, rischia di farlo ricadere nel dimenticatoio giallorosso. Un posto brutto assai dal quale in molti non hanno fatto più ritorno.

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