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Vettel bis mondiale

Sebastian Vettel

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Non è solo il più giovane bicampione della storia dei motori, è anche l'unico che lo ha fatto in undici mesi: da Abu Dhabi a Suzuka. 324 punti in 14 gran premi, quattro gare prima che si abbassi il sipario su un campionato che fin dalla nascita ha parlato tedesco con la cadenza di Heppenheim, comune del land dell'Assia. Venticinquemilatrecentottanta anime, una di queste è Sebastian Vettel. L'anno scorso in occasione della prima laurea, la città fu ribattezzata «Vettelheim» e lui proclamato cittadino onorario. Oggi fuochi d'artificio, bollicine e giubilo in attesa di riabbracciarlo di persona. Precoce in tutto: dalle pole alle vittorie, dal primo podio all'iride. L'esordio sui kart è datato 1995, il primo collaudo di una F1, la Bmw Sauber, è del 2006. Siamo in Turchia e la leggenda Schumacher, che oggi ha detto: «Orgoglioso di Seb», si avvicina al novizio per complimentarsi del miglior crono nella seconda sessione di prove del venerdì. Impressiona anche nel GP successivo, quello di Monza e negli Stati Uniti conquista il primo di tantissimi punti. Nel 2007/2008 guida la Toro Rosso.Sotto una pioggia torrenziale e sul circuito del Fuji, uno dei più pericolosi del circus, rientra in lacrime ai box per un incidente con Webber che gli costa il podio. La sua stella si appanna, ma con il ritiro di Coulthard torna a splendere. La Red Bull lo ingaggia e si ritrova, sul sedile di una monoposto senza glorioso passato, la gallina dalle uova d'oro. Ma Vettel è anche il figlio che molti genitori vorrebbero, alla mamma per il compleanno ha regalato un giro in solitaria sulla ruota panoramica che domina Singapore. Efficace come in pista. Nel giorno del bis ampiamente atteso, sorrisi, dediche e lacrime sono smancerie scontate, un po' meno i complimenti dei nemici. Non sono tutti di facciata perché il tedesco è considerato un portento durante la corsa e nel paddock: più simpatico di Schumacher, più corretto di Hamilton. Anche se la porta sbattuta in faccia a Button al via del GP del Giappone è stata un'intimidazione ai limiti del regolamento. Il resto è stata noia interrotta da qualche sorpasso, dalla voglia di Button, ormai prima guida all'interno della McLaren in stato di grazia per l'eccellente sviluppo, di tener aperto il campionato, dai pit stop troppo anticipati di Vettel e Webber e da un Alonso ancora una volta strepitoso se si pensa che la F150 Italia è la stessa caffettiera di un mese fa. In terra nipponica non è mancato il consueto incidente di Hamilton. Le «celluline grigie» dell'anglo caraibico dormono da tempo, in compenso sono ben svegli e irrequieti pensieri sinistri di natura da determinare. Adesso anche la vista lo abbandona. Quando deve semplicemente rientrare ai box, semplicemente non vede Massa che lo affianca e gli rompe l'ala anteriore. Se non lo ha visto come sostengono i commissari che non lo hanno sanzionato, forse ne ha percepito la presenza, l'odore. Come fa un cane quando sente la paura altrui. Il brasiliano sembra essere l'unico su cui Hamilton riesce ancora a esercitare un prepotente dominio. Dopo la safety car, entrata per un contatto tra Webber e Schumi, Button stacca i tempi migliori e tiene a distanza Vettel. La decisione della Red Bull di montare le medie al 33° giro, prima degli avversari, gli costerà la seconda posizione a vantaggio dell'asturiano che nel finale mette pepe sulla gara recuperando decimi al battistrada. Ma il buon inglese vuole il suo terzo sigillo e in una manciata di secondi arrivano sotto la bandiera a scacchi: Button, Alonso e Vettel. A uno la vittoria, al secondo l'onore e al terzo il Mondiale. Resta aperta la lotta per il vice campione. Il pilota della McLaren ha 210 punti contro i 202 del ferrarista, Webber e Hamilton non sono lontani. Il pilota australiano potrebbe contare sul desiderio della Red Bull di fare doppietta nella classifica piloti e quindi avere qualche aiutino, magari come risarcimento di un'annata costruita intorno al suo compagno di scuderia. Il secondo posto non è cosa da sottovalutare perché se la Ferrari l'anno prossimo vuole vincere, deve colmare il gap fin da adesso. Al momento è la terza forza, il team di Woking che sembrava più indietro, l'ha scavalcata chiudendo la stagione con prestazioni in ascesa e sempre più convincenti.

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