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Poche motivazioni ma almeno l'onore è salvo

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L'Italiasalva l'imbattibilità, la vera e propria furia serba solo nei minuti finali, anche con qualche calcione di troppo, la Serbia che sul pari si riteneva sicura del 2° posto, si sveglia dalla banale accettazione del pari, dopo la notizia della rimonta dell'Estonia, Stankovic e soci costretti a far risultato contro la Slovenia per garantirsi gli spareggi. Quale sarebbe stata l'atmosfera del Marakana, l'ha lasciato intuire l'assordante coro di fischi riservato all'inno italiano. Era evidente il messaggio intimidatorio nei confronti degli Azzurri, che però non lo hanno recepito, almeno per una ventina di minuti. Anzi, la folla l'aveva gelata Marchisio, trasformando dopo neanche un minuto un prezioso assist di Giuseppe Rossi, dopo il brivido seguito al fischio di avvio da una piccola incertezza di Buffon su sinistro di Kolarov. Belle manovre orchestrate dal centrocampo, perfino l'opportunità per il raddoppio. A metà del primo tempo, col pari siglato da Ivanovic (con Pantelic in fuori gioco davanti a Buffon), l'Italia si è quasi spenta, nessuno riusciva a rendersi propositivo, i serbi prendevano coraggio, abbassando però a loro volta i ritmi per evitare contropiede che potessero mettere in allarme una difesa centrale non granitica, proprio come quella avversaria, crepe non irrilevanti nel blocco juventino. Brillante e divertente per mezz'ora scarsa, la partita ha perduto molto sul piano dello spettacolo, anche se erano gli slavi a esercitare una maggiore pressione offensiva. Cambi nella ripresa, obbligato per Marchisio (Nocerino), tecnico per Cassano (Giovinco) e Montolivo (Aquilani). Un po' di Roma nella travolgente vittoria della Bosnia, con il laziale Lulic e il romanista Pjanic, che segna anche un gol. Buone notizie, per qualche recupero anticipato (Franco Baldini), in Montenegro l'Inghilterra stacca il pass.

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