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La bella Italia dura venti minuti

Belgrado, Antonio Cassano in Serbia-Italia

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Venti minuti di grande Italia bastano per portare a casa un pareggio legittimo. In Serbia gli azzurri sbloccano dopo appena 54 secondi, subiscono un gol irregolare, perdono il record di imbattibilità della difesa e poi controllano fino al fischio finale. I cinquantamila di Belgrado fischiano l'inno di Mameli, ma allo stadio nessun incidente. La Serbia parte bene, l'Italia benissimo. Il primo pericolo è per Buffon, bravo a neutralizzare un tiro mancino di Kolarov. Ma appena la palla arriva nell'area avversaria, è subito gol. Rossi è bravo a servire nello spazio Marchisio, lo juventino si infila tra le maglie della difesa e batte il portiere con un tocco preciso da distanza ravvicinata. Nello stadio Marakanà cala il gelo. I calciatori serbi, freddati dal vantaggio azzurro, faticano a trovare le giuste distanze in mezzo al campo. Gli uomini di Prandelli mettono in mostra un'elegante proprietà di palleggio, e grande personalità: gli scambi sono veloci, c'è sempre un italiano smarcato pronto a ricevere il passaggio di un compagno. Gli avversari sono disorientati da tanta padronanza. Al 7', Rossi ha la possibilità di chiudere il conto, ma è bravo il portiere serbo Jorgacevic a chiudergli la strada salvando il risultato. Mezzo miracolo del portiere, mezzo errore dell'azzurro. Per venti minuti, è grande Italia. Poi la brillantezza iniziale viene meno, tanto quanto la precisione negli scambi. Gli errori favoriscono le ripartenze dei serbi che sugli esterni sfruttano la velocità di Tosic e Krasic. Le accelerazioni dello juventino mettono in difficoltà il suo compagno di club Chiellini, che in più di un'occasione va in apnea. La pressione della Serbia cresce, ma le giocate di Stankovic e compagni non arrivano a impensierire Buffon. Almeno fino al 25' quando, sugli sviluppi di un angolo battuto da Krasic, Ivanovic pareggia il conto deviando in rete la conclusione dal limite di Tosic. Il gol è in netto fuorigioco, il portierone azzurro è impallato da Pantelic che, in posizione irregolare, impedisce la visuale e il conseguente intervento di Buffon. L'imbattibilità della difesa azzurra si ferma a 669' minuti: l'ultimo gol subìto era stato firmato dall'estone Zenjov, nel settembre 2010. Dopo tredici mesi il muro azzurro cede. L'Italia accusa il colpo, lascia l'iniziativa ai serbi che in ogni modo non riescono mai a rendersi pericolosi. Pirlo si fa vivo su calcio di punizione, dall'altra parte Krasic calcia malamente addosso a Chiellini da buona posizione. Nella ripresa inizia un duello tra Kolarov e Buffon. L'ex laziale ci prova già dopo due minuti, con una punizione indirizzata all'incrocio, il portiere azzurro vola salvandosi in corner. Cinque minuti dopo, ancora Kolarov, prova a impensierire l'estremo difensore che neutralizza la sua conclusione senza troppe apprensioni. Dall'altra parte Cassano scuote la rete con un destro che non trova il bersaglio. Prandelli lo richiama lanciando nella mischia Giovinco. Poi Marchsio alza bandiera bianca lasciando il posto a Nocerino. Il ritmo si abbassa, Giovinco ha la palla per riportare in vantaggio gli azzurri ma sciupa tutto. Finisce uno a uno, la Serbia dovrà cercare gli spareggi nell'ultima gara in Slovenia, Prandelli può essere soddisfatto. «Non era facile - spiega il ct - abbiamo provato a farlo dall'inizio. Dovevamo cercare il secondo gol ma ci siamo accontentati. Martedì a Pescara con l'Irlanda del Nord proveremo a vincere».

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