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Le maledizioni sono come i guai: non vengono mai da sole.

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Intendiamoci:parlare di maledizione è un po' eccessivo. In fondo il bomber veneziano ha raggiunto quota 99 solo il 25 agosto, un mesetto e mezzo fa, e da allora le possibilità di gonfiare la rete, per chi non dispone di un minutaggio così ampio, non sono state tante. Però di quel centesimo gol ormai si parla da un bel po' di tempo. Alla vigilia della stagione 2009/10 fu proprio Rocchi a tirare in ballo per la prima volta l'argomento, mettendo la fatidica soglia tra i buoni propositi per l'anno sportivo che sarebbe arrivato. All'epoca gliene mancavano 17 e, tenendo presente il rendimento in biancoceleste fino a quel momento - sempre largamente al di sopra della doppia cifra - non sembrava un obiettivo così proibitivo. Invece, complice la concorrenza della coppia Zarate-Pandev e la stagione tutt'altro che felice della Lazio, il capitano si fermò a 10. Tutto rimandato di un anno. Dodici mesi dopo Rocchi si ripresentò in sala stampa e ribadì: «Lo sapete, a livello personale sogno di raggiungere i cento gol con questa maglia». Niente da fare: senza coppe europee, in campionato il capitano era chiuso da Zarate e Floccari e, quando il suo contributo sarebbe stato necessario, un lungo infortunio lo tolse dai giochi. Igol stagionali furono solo tre, il totale 96: meno quattro dal sogno. Memore delle lezioni precedenti quest'anno Tommaso Rocchi ha preferito non fare proclami e, almeno all'inizio, la tattica ha funzionato. Tre gol sono arrivati in rapida successione nella prime due gare ufficiali con il Rabotnicki. Al termine della seconda, addirittura, Rocchi fa capire di essersi fermato per festeggiare la 100ª marcatura all'Olimpico, davanti ai propri tifosi. Ne avrebbe occasione con il Vaslui, ma manca l'obiettivo. Poi gioca a Lisbona, quando Cissé gli mette sulla testa un pallone che basta spingere, ma lui spedisce clamorosamente fuori. «Non ci ho dormito la notte», confessa ad alcuni amici. Viene così il momento della sfida alla Roma. Per Tommaso il rapporto con la stracittadina è sempre stato particolare. Finora nei derby è riuscito a segnare la bellezza di cinque gol. Alcuni di pregevole fattura e carichi di significato. Con la partenza dei vari Zarate e Lichtsteiner, inoltre, non sono rimasti in molti a Formello quelli che sanno cosa significa realizzare una rete ai «cugini» giallorossi. Giusto lui, Ledesma ed Hernanes. Il capitano sa come si fa. Ed è anche per questo che Rocchi, dentro di sè, sta coltivando un grande sogno: quello di realizzare il gol della storia nella partita con la «p» maiuscola. Sarebbe l'«evento» che lo collocherebbe definitivamente tra i più grandi dell'epopea biancoceleste. Tommaso sa perfettamente che nelle gerarchie del tecnico non parte titolare. Klose e Cissé sono i depositari dell'attacco biancoceleste, al di là delle condizioni in cui torneranno dalla partentesi con le Nazionali. Ma al tempo stesso il bomber veneziano sta lavorando per farsi trovare pronto in qualsiasi momento. In un derby anche solo dieci minuti possono bastare per lasciare un segno indelebile. Le sue capacità di attaccare gli spazi e dettare la profondità, contro una difesa che soffre i contropiedi come quella della Roma, potrebbero rivelarsi decisive. Per i tifosi festeggiare il ritorno alla vittoria contro la Roma e il centesimo gol del proprio capitano nella stessa gara non avrebbe prezzo. E nel calcio, qualche volta, le favole si possono realizzare.

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