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L'Italia chiama, Osvaldo risponde

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Ko Balotelli e Pazzini, il ct Prandelli convoca il romanista in nazionale De Rossi lo carica: «Può far bene in azzurro. Il mio futuro? Voglio restare»

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Loavevamo detto proprio sul giornale in edicola ieri che il sogno dell'argentino Osvaldo, colpo del mercato giallorosso, era quello di tornare ad indossare la maglia azzurra dell'Italia dopo l'avventura con l'Under si Casiraghi nel 2008. E ieri il sogno è diventato realtà con la convocazione di Prandelli per il ritiro azzurro a Coverciano in vista di Serbia-Italia (domani) e Italia-Irlanda del Nord (martedì). Alla «svolta» hanno contribuito gli infortuni di Balotelli e Pazzini, ma la scelta del ct azzurro è netta e scandisce a chiare lettere la parola O-R-I-U-N-D-O. «Mi piace molto, lo sto seguendo» aveva detto nei giorni scorsi Prandelli, che ha tenuto fede alla promessa e alla prima occasione ha convocato in azzurro Osvaldo chiudendo così definitivamente la possibilità al giocatore di indossare in futuro la maglia dell'Argentina. La scelta è fatta e per il romanista «è la realizzazione di un sogno». «Ringrazio tutti i tifosi della Roma» ha detto il giocatore sulla nuova fonte di ispirazione giallorossa: il pianeta Facebook sul quale il club è sbarcato questa settimana. Ma la scelta di Osvaldo ha aperto, come già successo in passato per «stranieri» con passaporto italiano, la polemica sull'opportunità di far indossare la maglia azzurri a giocatori che non sono nati nel Belpaese. «È il trionfo dell'integrazione» grida qualcuno, mentre dalla Lega Nord rimbalzano i soliti ritornelli: «È il fallimento di Prandelli e della Figc - ha tuonato il deputato della Lega Nord Cavallotto - l'Italia sta diventando una pensione per oriundi». Che detto da un leghista, ossia uno che vorrebbe «tradurre» l'inno di Mameli nell'inno della Lega (vedi le pagine politiche de Il Tempo di oggi, ndr), fa venire quasi da ridere... per non dire da piangere. Resta il fatto che ieri sera il giocatore ha raggiunto in treno Coverciano, ha poi cenato con il resto della squadra azzurra e da questa mattina sarà a disposizione di Prandelli. Di lui, ma non solo, ieri ha parlato il compagno di squadra De Rossi che ha fatto a Osvaldo da cicerone al suo primo ingresso «vero» in azzurro. «Se Prandelli ammette che è da Nazionale - dice il romanista sul compagno argentino - sicuramente non sbaglierà. Sta facendo bene alla Roma, si è sbloccato e la gente ha fiducia in lui». Argomento Totti. «Con Francesco - continua De Rossi - mi piacerebbe giocare in azzurro anche una sola partita: fa sempre piacere giocare con lui, è una figura che non tramonta mai. Ma non ritengo sia da Totti tornare per un solo match, da lui mi aspetterei semmai che tornasse per un lungo tempo». Il centrocampista giallorosso è poi tornato sulla delicata questione del contratto con la Roma: da settimane si tratta un rinnovo che però tarda ad arrivare (qualcuno dice che solo l'arrivo a Roma di Baldini previsto per la seconda metà di ottobre, potrà sbloccare la firma). «A volte si è parlato troppo dell'argomento - spiega De Rossi - tirando anche in ballo cifre non vere. La situazione vive un momento di studio, di stallo, ma credo che arriveremo a una soluzione che accontenterà tutti. In Italia non ho mai giocato in club diversi dalla Roma, ad eccezione dell'Ostia Mare, quindi mi rimane difficile vedermi in altre squadre, tipo al Napoli. Mi affascina l'idea di giocare all'estero, in campionati come quelli di Giappone, Stati Uniti o Cina, ad esempio. Per me si tratterebbe di una esperienza di calcio, ma anche di vita, importante». Sul presente. «Sto vivendo un periodo positivo a 360 gradi e sono contento - chiude il romanista - e ci sono alcune similitudini tra questa nazionale e la Roma attuale. Sia Luis Enrique che Prandelli sono tecnici con una mentalità giovane e che prediligono il bel calcio. Roma da scudetto? Fino a due settimane fa dicevano che potevamo retrocedere. Chi cambia molto non può essere favorito, ma ora siamo lì, vedremo».

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