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Un giorno in Nba

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Èquello vissuto dalle 15 di ieri in Via Flaminia quando Flavio Tranquillo, voce della pallacanestro di Sky, ha prima annunciato la presenza sul legno della società capitolina di un figlio prediletto: «Su questo campo si è formato prima di spiccare il salto verso il numero 1 del draft», e dall'entrata centrale ecco arrivare Andrea Bargnani. Ma il pezzo forte è arrivato qualche secondo dopo. «Campione Nba, Mvp della regular season, Mvp dei playoff, oro olimpico» le parole che hanno introdotto, accompagnato da un boato, l'ingresso di Kobe Bryant. Il fuoriclasse dei Lakers ha incassato sorridendo la battuta del collega Bargnani: «Tanti successi ma gli manca lo scudetto» e si è messo a disposizione dello staff tecnico del Nike Elite Basketball Camp per fare un miniclinic, assieme al Mago, ai migliori italiani del ‘97. Correzione dei movimenti, dimostrazioni, sorrisi e «cinque alti» per tutti. Ha quindi partecipato ad una gara tiro. Lui alla guida di un gruppo di giovani talenti contro quello capitanato da Bargnani. Sfida decisa alla quinta sessione proprio dal canestro vincente da tre di Black Mamba. Quindi il momento delle parole. Le prime dedicate proprio ad Andrea Bargnani. «È molto forte. Ogni volta che lo incontriamo con i Lakers bisogna raddoppiarlo per limitarlo». C'è chi gli chiede come sia diventato una stella. «Allenandomi duramente, da sempre. Da ragazzino passavo anche dieci ore in palestra. Il basket è fatto di lavoro». Quindi il suo legame con l'Italia. «Mio padre Joe giocava da voi in serie A quando ero bambino e qui ho imparato i fondamentali, cosa che negli Usa non si insegna. Senza fondamentali un giocatore è vuoto». Poi uno sguardo al futuro. «Sono pronto a una nuova stagione, quando terminerà il lockout, per vincere. L'eliminazione dello scorso campionato mi brucia». E la possibilità, finché la serrata non si sbloccherà, di giocare in Italia? «Era il mio sogno da bambino quando vedevo papà Joe. Possibilità di vestire la maglia della Virtus Bologna? Direi 50 e 50». Quindi una schiacciata per deliziare il pubblico e la sfida con Luca Gazzineo, della Stella Azzurra, in uno contro uno. Kobe non fa sconti e manda per le terre il ragazzino, mai così contento di una sconfitta. È la chiusura di una festa, a cui ha assistito dagli spalti anche un entusiasta Walter Veltroni, splendida con la coda del saluto di Bryant al sindaco Gianni Alemanno in Campidoglio e del successivo bagno di folla al Nike Store. C'è tempo per le parole di Bargnani. «Non so se giocherò in Italia o in Europa. Ho alcune offerte ma c'è il problema dell'assicurazione. Vedremo». E quindi della chiosa di Germano D'Arcangeli, anima della Stella Azzurra. «Di strada da quando iniziammo ne abbiamo fatta, fino a ospitare il più forte di tutti. Dedichiamo questo splendido giorno a Mario Delle Cave».

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