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La rivincita di Osvaldo

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Lamatematica non è un'opinione: due gol in tre giorni fanno quattro dei cinque punti in classifica e la stragrande maggioranza del fatturato offensivo (tre centri) dall'inizio del campionato. Potenza di due palloni buttati dentro: quello che per qualcuno era stato pagato troppo, per il momento è l'acquisto più azzeccato del mercato. «Sono cambiato», giurò Osvaldo a Sabatini nella prima telefonata estiva per stabilire un contatto. Il cambio di marcia, però, non doveva essere tanto sul campo quanto fuori. L'Osvaldo passato da Bergamo, Lecce, Firenze e Bologna faceva intravedere la stoffa dell'attaccante di prima di qualità, ma anche un caratteraccio niente male. Alla Fiorentina, ad esempio, nessuno dimentica gli urlacci di Prandelli quando Osvaldo, dopo la doppietta rifilata al Livorno nell'esordio da titolare, si presentò ai «campini» d'allenamento con una Ferrari appena uscita dal concessionario. «Meglio se la vendi subito», l'italo-argentino, anche se un po' riluttante, ubbidì e si consolò con una Mini (ora ha un Suv bianco Mercedes) con il numero 9, in omaggio a Batistuta, ai cerchi delle gomme. Ma la «Bati-mania» di Osvaldo non è finita lì: la Fiorentina, la Roma, i capelli lunghi, la «metralleta» o «mitraglia», il gol a Parma segnato proprio nella stessa porta in cui il «Re Leone» infilò una doppietta nell'anno dell'ultimo scudetto. Ora, dopo i peccati di gioventù della prima avventura italiana e la riabilitazione a suon di gol all'Espanyol, l'occasione della vita. «Mi avete pagato anche troppo poco», disse, scherzando, all'arrivo a Trigoria. I fatti, per ora, stanno dando ragione alle parole. Oggi ripartono gli allenamenti in vista dell'Atalanta. Da valutare le condizioni di Stekelenburg, Lamela, Gago e Perrotta. E del mental-coach Llorente: ieri per lui brutta caduta in bici, quattro punti di sutura e un dito fratturato.

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