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Un segnale per il futuro

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Gli allenatori di Inter e Roma, Gian Piero Gasperini e Luis Enrique

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Stavolta niente falsa partenza. Da San Siro arriva un punto pesantissimo che coincide con la partenza «vera» della nuova Roma: segnale più che positivo per questa squadra ancora in fase di costruzione. Possesso palla tanto, conclusioni a rete poche e sarà quella la direzione nella quale Luis Enrique dovrà continuare a lavorare, ma la Roma è viva. Una squadra che ha dimostrato personalità e che quando gira fa vedere buone cose: palla di prima modello calcetto, magari lascia qualche spazio di troppo lì dietro, ma nel complesso mostra un altro passo in avanti rispetto a quanto visto nelle prime tre uscite stagionali. E il «ci vorrà tempo» adesso inizia ad assumere dei contorni precisi, comincia ad avere davvero un senso. Col passare delle settimane questo gruppo inizia ad avere una sua fisionomia che non è ancora quella pretesa dal tecnico ma sicuramente più concreta rispetto al passato. Peccato che Osvaldo (ancora un oggetto misterioso: tardivo il suo cambio) non riesca a trasformare le due palle nitide offerte da un Totti che continua a sacrificarsi per la squadra da capitano vero. Ma lì in mezzo è evidente come ci sia finalmente un nuovo leader: Daniele De Rossi, l'anima di questa squadra, uomo ovunque, indispensabile. È lui il cervello costruttivo, il devastatore e l'ultimo baluardo di un gruppo che, tranne tracolli inattesi, quest'anno farà far divertire il suo pubblico. Insomma appare evidente che la strada sia quella giusta e la Roma la sta percorrendo tutti assieme prendendosi per mano: anche se resta ancora tutta in salita. A San Siro poi la consacrazione di un giovane talentuoso come Borini che ha dimostrato di non temere la sfida con una grande pur calando nella rirpesa. Lì davanti il più «cattivo» è stato sempre lui. Altre conferme per Pjanic (anche lui però manca ancora di continuità), ma soprattutto Kjaer da molti già ribattezzato il nuovo Mexes. Peccato infine che Mazzoleni abbia usato un metro di giudizio diverso rispetto al suo collega Gava che la settimana scorsa contro il Cagliari aveva punito forse troppo severamente José Angel con un rosso diretto. Ma allora Lucio per essere espulso ieri sera cosa doveva fare? Uccidere Stekelenburg!? Beh... ci è andato vicino!

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