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Marchetti

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Venerdìsera avrà rivissuto vecchi fantasmi. La sua squadra in campo, impegnata in un big match, e lui a guardare la partita in tv. Non sarà stato facile per Federico Marchetti. Anche perché il suo sostituto, Albano Bizzarri, dopo una prestazione convincente ha dichiarato esplicitamente di voler mettere in difficoltà l'allenatore. Stavolta di mezzo ci si è messa una vecchia squalifica rimediata con la Primavera del Cagliari. Nulla che possa neanche avvicinarsi al terribile anno sabbatico cui l'aveva costretto l'ostracismo di Cellino. L'effetto, però, è stato lo stesso: i compagni in campo, Marchetti in tribuna. Così, l'assurdo incantesimo che lo tiene fuori da una gara di campionato dal lontano 16 maggio 2010 terminerà solo domenica prossima, la bellezza di 490 giorni dopo. In mezzo, però, c'è la gara di Europa League contro il Vaslui, l'esordio per il portiere biancoceleste in una competizione europea. In realtà, Marchetti ha già disputato la gara di andata dei play off contro il Rabotnicki, ma i macedoni non sono stati capaci di tirare neanche una volta verso la porta della Lazio, così l'ex Cagliari si è potuto scaldare solo con qualche uscita debitamente coperta dai campagni. A fare sul serio si comincerà solo domani sera, e il portiere di Bassano del Grappa vuole dimostrare subito a Lotito e Tare di valere ben più dei 5.2 milioni di euro che la Lazio pagherà in tre anni per le sue prestazioni. L'incognita più grande è quella mentale. La qualità di Marchetti non si discutono, ma in un portiere il fattore sicurezza ricopre una percentuale enorme. Anche mostri sacri come Buffon, al rientro dopo lunghi stop, hanno subìto critiche pesanti. Anche per questo la società e il tecnico hanno voluto far sentire a Marchetti in ogni momento la massima fiducia. Il suo ruolo di primo portiere non sarà mai in discussione, è lui l'uomo su cui si punterà nel nuovo ciclo biancoceleste. Federico, dal canto suo, scalda i guantoni e non vede l'ora di scendere in campo. Per conquistare i tifosi e riconquistare la fiducia in se stesso deve solo ricominciare a fare quello che gli riesce meglio. Parare.

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