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Furia Moratti, Gasperini è già in bilico

Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Inter

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È stata da brividi la partenza di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell'Inter. La debacle di Palermo, sommata a quella di oltre un mese fa nel derby di Supercoppa, rende più densi i dubbi attorno all'allenatore nerazzurro. Due sono le domande più frequenti fra tifosi e addetti ai lavori. Perché Gasperini insiste su un modulo che la squadra fa fatica a interpretare? Perché Massimo Moratti lo ha scelto sapendo che la filosofia dell'ex tecnico del Genoa non prescinde dal 3-4-3? Cosa succederà di qui a breve, lo ha spiegato piuttosto chiaramente Javier Zanetti. «Il mister è intelligente, quando farà le sue scelte non andrà a rovinarsi - ha osservato il capitano nerazzurro - sta provando, sta lavorando insieme a noi: se le cose non andranno bene, Gasperini cambierà qualcosa». Il tempo però incalza (6 match in 20 giorni), non sarebbe più semplice adottare il modulo su cui l'Inter ha costruito gli ultimi successi? «Gasperini ha un'altra idea di calcio ed è giusto così. Speriamo di recepirla al più presto, perché ora c'è la Champions League e sabato la Roma». È poco dire che al presidente l'esordio di Palermo non sia affatto piaciuto. Al di là della sconfitta, non è passata inosservata la gran confusione in alcuni momenti. Il succo è che Gasperini è già sulla graticola. Se vuole insistere sulla difesa a tre e il tridente, deve trovare al più presto il modo di fare funzionare questo sistema. Altrimenti dovrà cambiare. Il messaggio, già lanciato un paio di settimane fa da Moratti, probabilmente è stato ribadito da Marco Branca, che ieri è stato ad Appiano per incontrare il tecnico. Alla fine la doppietta di Diego Milito e il primo gol italiano di Diego Forlan incidono ben poco nel disastroso bilancio della trasferta in Sicilia. Zanetti assicura di essersi adattato «senza problemi» da difensore, ma non è chiaro come mai siano rimasti 90' in panchina Andrea Ranocchia, che con Gasperini al Genoa giocava regolarmente nella retroguardia a tre. Tanto meno per quale motivo Wesley Sneijder (il migliore, seppur costretto a inventarsi un ruolo in un modulo senza trequartista) sia entrato dopo mezz'ora, al posto di Mauro Zarate, in totale confusione. Forse anche perché inseguire i terzini avversari sulla fascia non è esattamente il ruolo che ama. «Le sue caratteristiche sono altre e noi dobbiamo sfruttare quelle - ha convenuto Zanetti - ma è una questione di meccanismi». Il capitano assicura che nello spogliatoio c'è «la predisposizione» a recepire le idee di Gasperini, ma «se le cose non andranno bene qualcuno di noi glielo farà notare. Comunque prima di tutto dobbiamo stare tranquilli». L'unica difesa societaria a favore Gasperini è arrivata da Marco Tronchetti Provera: l'allenatore non rischia, ha assicurato il consigliere nerazzurro confidando di avere nostalgia di Josè Mourinho. Per le idee tattiche, ma non solo, anche nello spogliatoio qualcuno rimpiange il portoghese. Domani a San Siro arriva il Trabzonspor per l'esordio in Champions:non sono previsti stravolgimenti nella formazione titolare, se non l'ingresso dal 1' di Sneijder per Forlan (indisponibile in Champions) e il possibile avvicendamento tra Nagatomo e Obi. Anche Ranocchia spera.

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