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Lazio, esame all'esordio

Edy Reja

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Lazio-Chievo sarebbe stato senza dubbio un inizio più morbido. E invece, causa rinvio della prima giornata, il campionato della Lazio comincerà nella Scala del calcio, la San Siro rossonera, contro i campioni d'Italia uscenti. Esordio più probante per la banda di Reja non si poteva immaginare. Ma per una squadra che si presenta ai nastri di partenza con ambizioni più che importanti, la sfida al Milan scudettato rappresenta subito l'occasione per dimostrare il cambio di mentalità dei biancocelesti. L'anno scorso, si scopre scorrendo i tabellini, la Lazio ha fallito l'obiettivo Champions proprio a causa dell'idiosincrasia verso i big match. Praticamente sempre vincente con le «piccole», specie tra le mura amiche, la Lazio ha scontato, oltre al tabù derby, l'incapacità di fare risultato con le dirette concorrenti, in particolare contro le blasonate big del nord Milan, Inter e Juventus. In un solo caso i biancocelesti sono usciti dal campo con i tre punti: nella gara casalinga contro i nerazzurri. Ma l'Inter della gestione Benitez, tra infortuni, equivoci tattici e «ammutinamenti», era davvero poca cosa. Natalino contro Zarate resta uno dei duelli più «impari» del campionato. Nelle altre sfide la Lazio ha pagato a volte un atteggiamento troppo rinunciatario, specie nella trasferta di Torino (decisa da un autogol di Muslera allo scadere, ma i biancocelesti nella ripresa si erano limitati a difendersi) e in quella di San Siro contro il Milan, dove solo il doppio palo di Ibrahimovic consentì al fortino laziale di resistere. Anche per questo sul mercato Lotito e Tare hanno cercato giocatori di esperienza e personalità che non provassero timori reverenziali negli stadi più prestigiosi. Tali sono sicuramente Klose e Cissé, con il secondo che, quando militava nel Liverpool, ai rossoneri segnò uno dei rigori decisivi della finale di Champions. Un altro che deve dimostrare di aver acquisito la giusta mentalità da grande è Edy Reja. Il tecnico, nella non lunghissima carriera in serie A, può vantare gli scalpi di tutte e tre le big del nord. Ma ha sempre mancato l'acuto in trasferta, quello che fa uscire tra gli applausi degli avversari e consacra nel ristretto club dei grandi allenatori. Per la Lazio, oltre che cominciare il campionato con il piede giusto, vincere a Milano significherebbe anche rompere un tabù che ormai dura dalla bellezza di 22 anni. Era il 3 settembre 1989 quando per l'ultima volta i biancocelesti sconfissero i rossoneri a domicilio. Al termine di una gara molto sofferta, a decidere la sfida fu una clamorosa autorete di un giovane Paolo Maldini. Da allora solo qualche sconfitta e tanti pareggi, persino nella dorata epoca di Cragnotti. Una coincidenza può far ben sperare: anche allora l'incrocio di San Siro si verificò alla seconda giornata. Che sia la volta buona?

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