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L'errore di Lotito e gli americani primi della classe

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Maun calciomercato immalinconito dalla crisi che aveva investito il Paese ha trovato ugualmente il modo di produrre fuochi d'artificio suggestivi. Un colpo clamoroso chiama in causa, ma non in positivo, il calcio capitolino: indosserà la maglia dell'Inter Mauro Zarate, sicuramente il giocatore più talentuoso della Lazio nelle stagioni recenti. Gli addetti ai lavori più attenti alle vicende laziali parlano di rapporti deteriorati, senza rimedio, non soltanto con l'allenatore, ma anche con i compagni di squadra. Si ha però la sensazione che Lotito, tutt'altro che uno sprovveduto nella gestione dei suoi affari, stavolta potrebbe avere qualche rimpianto, perché era la società che avrebbe dovuto assumere una posizione decisa, senza assecondare umori e capricci. Una perdita che non può rendere felici i tifosi laziali e conforterà in parte quelli nerazzurri, avviliti dall'addio a Eto'o, per altro motivato da novanta milioni di ragioni. La seconda sorpresa della giornata conclusiva l'ha firmata il Milan, con l'acquisto in via definitiva di Nocerino dal Palermo: un centrocampista solido, notevolmente progredito anche sul piano tecnico, individuato come l'erede ideale di Rino Gattuso, al quale l'anagrafe non concede grandi margini di glorie future. La novità, rispetto al resto delle transazioni, è che stavolta non si sia trattato di un prestito, in controtendenza con quello che è stato l'indirizzo, perfino inflazionato, delle negoziazioni estive. Un bilancio generale di questo mercato promuove però in prima posizione, lo testimoniano le cifre e il livello tecnico dei nuovi arrivati, la Roma degli americani. Ma sì, proprio quei morti di fame che la parte più nobile dell'informazione romana aveva etichettato come avventurieri millantatori, promuovendo ogni giorno i rimpianti per la famosa gestione virtuosa, quella che aveva prodotto lacrime e macerie fino all'intervento di mani votate al soccorso e di dirigenti capaci e motivati. Undici i nomi nuovi, nessuno di basso profilo, neanche pargoli per il futuro come Borini, che ha giocato in Premier con il Chelsea, e Nego. L'ultimo giorno ha trasferito a Trigoria Gago e Pjanic, che accanto a De Rossi possono costituire un centrocampo prestigioso. Restano gli interrogativi legati ai tempi ristretti per assemblare un nuovo organico di qualità. Ma Luis Enrique ha i mezzi per gestire una stagione transitoria ricca di rosei presagi per l'avvenire.

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