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E meno male che DiBenedetto & Co.

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Ovvio,nessuno investe un dollaro a caso, ma ora che l'era Sensi è lontana anni luce e che anche le ultime prefiche sembrano essersi rassegnate cercando di salire in corsa (con scarso successo) sul nuovo carro, si può iniziare a fare un primo bilancio. Un mercato da 42 milioni, 11 acquisti, tutti di prospettiva, non sembra esattamente il «nulla» che ci avevano annunciato in molti. Sembra piuttosto l'inizio di un nuovo ciclo, di una nuova era che ha lasciato già qualche vittima sul tappeto e che probabilmente ne farà altre. L'importante era partire ben sapendo che la strada all'inizio sarebbe stata tutta in salita: per una squadra ancora alle prese con i nuovi meccanismi di un tecnico che non ha nel dialogo la sua arma migliore e di una società ripartita dalle macerie e per un ambiente che non si riesce ancor a metabolizzare il cambiamento (le telefonate alle 8 di sera non arrivano più). Lo avevamo detto che ci sarebbe voluta pazienza (parola che infastidisce qualche vecchio ubriacone ma che il popolo romanista dovrà assimilare); lo avevamo detto, e non solo dopo il pesante ko in Europa, che la Roma si sarebbe mossa in maniera diversa e che bisognava dare un segnale e fiducia al nuovo management per diventare competitivi (ora dipende da Luis Enrique). E avevamo anche intuito, non che ci volesse molto, come il caso-Totti sarebbe stato risolto «solo» da un intervento di Baldini in persona: fatto salvo qualche mediatore ad hoc. Così ancora non è, perché il «parliamone» via sms del dg in pectore della Roma, non ha ricevuto risposte e probabilmente non ha cambiato molto le carte in tavola, ma ha di certo ridotto le distanze tra i due. Insomma, Baldini ha fatto il famigerato primo passo... la strada per una riconciliazione è più breve: ammesso che entrambi vogliano la stessa cosa. Il bene di Totti e quello della Roma!

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