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Stoner vola a Indianapolis

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Quasi.Se per la gara è meglio non fare pronostici considerando gli scherzetti del tempo e un Alonso che, attardato in ottava piazza, dovrà fare una corsa d'attacco, per la pole è stato uno scoppiettante fuoco di paglia. Eppure non si può dire che non ci abbiano provato: con talento Hamilton, con insistenza Webber, deciso a brindare con la partenza al palo le sue 35 primavere, non ce l'hanno fatta, rispettivamente secondo e terzo. Vettel tiranneggia anche nel Gp del Belgio: 1'48''298 su asfalto un po' asciutto, un po' umido e un po' bagnato, a seconda della zona del circuito. La ventiquattresima pole position in carriera per essere precisi, la dodicesima su dodici per la Red Bull quest'anno a voler essere pignoli. Il leader del Mondiale dall'alto dei suoi 85 punti di vantaggio su Webber riconosce che: «È stata una seduta difficile in generale ma la squadra ha avuto un tempismo perfetto negli ultimi minuti». Bontà sua. La Ferrari invece torna in garage con le penne bagnate: Alonso battuto da Massa, quarto, e persino dall'altro brasiliano Bruno Senna appena ripescato dalla Renault. «Non me l'aspettavo. Non ho fatto un giro pulito e dunque ho meritato di finire indietro - ha ammesso lo spagnolo - Colpa anche del traffico e di Perez che mi ha ostacolato negli ultimi due giri. Il potenziale della macchina è un altro e speriamo di riuscire a recuperare domani». Impresa non facile anche perché ha rivelato che l'assetto delle due F150 Italia è tarato sull'asciutto, insomma c'è da sperare che non piova per non passare dalla delusione alla depressione per l'incauto «vincere tutti i Gp restanti» di pochi giorni fa pronunciato dall'asturiano. In Q2 la McLaren si è suicidata richiamando ai box Button nonostante l'inglese chiedesse via radio se avessero fatto bene i calcoli! Come si è sentito dopo? «Scioccato». Team bocciato per dichiarata confusione. L'altro pezzo pregiato, Schumacher, si è invece perso in Q3 per un errore di scuderia: una ruota si è staccata poco dopo l'uscita dai box lasciandolo senza tempo. Partirà dal fondo salvo ripescaggi per le difficili condizioni meteo. Nella top ten Perez e Alguersuari, giovani leve che costantemente si affacciano nell'Olimpo. Ma cosa sarebbe questo campionato senza Hamilton? Vale da solo il prezzo del biglietto, il tempo davanti alla tv. L'inglese che guida come Ayrton Senna sorpassa Maldonado nel «giro buono» di entrambi in Q2, è l'unico capace di inserirsi nel duello interno alla Red Bull per la pole (Vettel gliela strappa all'ultimo secondo) e non si fa da parte quando si accorge che il portacolori della peggior Williams di sempre, inviperito per l'episodio precedente e forse anche per la ruggine di Montecarlo, reagisce cercando il contatto e danneggiandogli l'ala anteriore. Una vendetta che potrebbe costare la squalifica al venezuelano. Il secondo posto di Hamilton è una garanzia. Di spettacolo. Perché tra le incantate Ardenne, appunto, tutto può succedere.

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