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Fabrizio Fabbri Tre tenori per una melodia che possa aprire la strada verso le Olimpiadi di Londra 2012.

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SeBelinelli e Bargnani infatti sono stati già protagonisti dell'ultima sfortunata uscita continentale nel 2007 in Spagna, quando alla guida era ancora Reccalcati, Danilo Gallinari si presenta per la prima volta da protagonista ad un appuntamento ufficiale con la maglia azzurra. Prima un infortunio e poi una schiena da risistemare avevano infatti negato al talento nato a Sant'Angelo Lodigiano di completare in azzurro il trittico Nba. Ora invece sarà Simone Pianigiani ad avere l'onere e l'onore di miscelare il cocktail che dovrà portare le tre stelle del basket nostrano, emigrate al di là dell'Oceano, ad essere protagonisti nella sfida continentale. «Danilo è molto importante e può darci parecchio sotto tanti punti di vista - sottolinea il 42enne coach azzurro - perché tecnicamente possiamo contare sul suo grande talento e sulla sua qualità di gioco, oltre che sulla capacità di interpretare più ruoli e fare più cose in campo. In più c'è l'entusiasmo che trasmette a dosi massicce. È un ragazzo che vive il basket con una passione genuina che va al di là degli alti livelli professionali raggiunti. È un elemento imprescindibile dentro e fuori dal campo. Non dimentico poi la sua intelligenza cestistica: sa leggere bene ogni situazione e questo riduce di molto i suoi tempi di interazione e integrazione con i compagni, visto che è "nuovo" di questo gruppo di lavoro». Sarà un'edizione degli Europei particolarmente dura. La Fiba ha allargato a 24 il numero delle squadre partecipanti, cosa che ha consentito all'Azzura del basket di acquisire il pass senza dover passare per le forche caudine dell'Adddtional Round, ma la concorrenza si annuncia agguerritissima. Pianigiani ha giustamente cercato di togliere, fin dai primi giorni del raduno azzurro a Bormio, pressione da una squadra che deve costruirsi strada facendo un'identità «Bisogna prendere esempio dalla Nazionale di rugby che, pur vincendo poco, regala emozioni al pubblico. Non vendo fumo, in questo momento non siamo come la Spagna». Più realista del re Pianigiani, forse troppo, perché se è vero che alla sua Nazionale manca un centrone dominante è altrettanto accertato che con l'arrivo contemporaneo dei tre, Belinelli, Gallinari e Bargnani, il talento del gruppo è esploso verso l'alto. Ma l'altra domanda porsi è: ci sarà un direttore d'orchestra in grado di rendere armoniose le note di tre giocatori che fanno della fase offensiva il proprio punto di forza? E' uno dei nodi che Pianigiani, che dopo il Torneo di Atene sceglierà i dodici (destinati a rimanere fuori sembrano Poeta, Vitali e Renzi) che voleranno a Siauliai dove si giocherà la prima fase, deve sciogliere. Le soluzioni in cabina di regia sono chiare. C'è il giovanissimo Cinciarini, bel talento ma incostante e poco avvezzo alla grande ribalta, c'è poi il ragionier Maetsranzi, poco fisico ma maggiore fosforo, e quindi la fisicità di Hackett. Il play in forza alla Scovolini Pesaro potrebbe alla fine essere l'uomo giusto, in quanto a fisicità e ad attitudine a capire la nuova mentalità dei tre (Hackett ha giocato nel college basket), per riuscire ad equilibrare una squadra che proverà a staccare il biglietto per le Olimpiadi e dove un grande ruolo lo avranno anche i veterani in azzurro Mancinelli, Mordente e Carraretto.

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