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Marco Grassi No ragazzi, proprio non ci siamo.

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Malgradoci fossero ben 6 gran premi della montagna (l'ultimo, quello dell'arrivo di Plateau De Beille), non c'è stato verso di vedere qualcosa di diverso dal solito copione che ormai da troppo tempo ci propina la corsa francese. Si aspettavano attacchi tra gli uomini di classifica, ma il massimo che abbiamo potuto vedere sono stati degli scattini messi in atto sull'ultima salita dai fratelli Schleck, che però mai hanno saputo dar seguito alle loro azioni: scattino di 100 metri e si rialzavano, scattino di 200 metri e si rialzavano. Un'andatura a strappi, ma senza la capacità di far male agli avversari. E Alberto Contador, favorito della vigilia che ha attraversato brutte giornate ma pare in ripresa, ringrazia: i suoi rivali lussemburghesi avrebbero dovuto dargli il colpo di grazia sui Pirenei, ma si sono astenuti dal farlo; non sarebbe a questo punto sorprendente assistere al contrattacco dello spagnolo sulle Alpi. Tra gli altri uomini di classifica, quello forse più convinto è alla fine proprio Ivan Basso, che negli ultimi 5 km ha più volte tentato un forcing per staccare qualche avversario, ma l'unico che ha patito le trenate del varesino è stato, ahilui, l'altro italiano di classifica, Damiano Cunego: il veronese ha perso una quarantina di secondi rispetto ai più forti della generale. Ma che non ci sia stata una lotta di eccelso livello tra i big lo conferma anche il fatto che un Thomas Voeckler in stato di grazia sia riuscito a conservare brillantemente una maglia gialla che gli sta sempre meglio addosso: del resto, se i blasonati avversari del francese non riescono a staccarlo sulle grandi montagne, è inevitabile che le quotazioni del simpatico T-Blanc crescano di giorno in giorno; e non è assolutamente detto che il Voeckler visto sui Pirenei non possa difendersi bene anche sulle Alpi (certo, per i francesi sarebbe - ci si passi il termine - un orgasmo, a 26 anni dall'ultimo successo casalingo, firmato Hinault). Nell'inanità dei più forti, è emerso allora il coraggio delle seconde linee: su tutti il belga Jelle Vanendert, che è scattato a 7 km dall'arrivo ed è riuscito ad avvantaggiarsi e poi a gestire oltre 40" di margine, andando a vincere dopo il secondo posto colto a Luz-Ardiden giovedì; alle sue spalle, altra conferma, quella di Samuel Sánchez che nella prima frazione pirenaica aveva vinto, e stavolta arriva secondo (scattato a 4 km dalla vetta e arrivato a 21" da Vanendert). In classifica Voeckler conserva i (più o meno) due minuti sui primi inseguitori, e scala qualche posizione Sánchez (ora sesto; invece Vanendert è lontanuccio dai primi posti), mentre ne perde Cunego, attualmente ottavo. Oggi la quindicesima tappa sorriderà ai velocisti, a Montpellier, e domani si osserverà il secondo giorno di riposo. Per le prossime montagne, ripassare mercoledì.

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