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di GIANCARLO BACCINI Domenica, a Silverstone, la Ferrari ha vinto in pista.

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Unasconfitta che potrebbe stroncare sul nascere la sua rincorsa al vertice. Stefano Domenicali è stato infatti costretto da Jean Todt e da Bernie Ecclestone - con qualche moina ma anche con qualche brusca parola - a sottoscrivere l'accordo faticosamente raggiunto fra tutte le altre squadre in merito a come risolvere una volta per tutte il problema dei gas di scarico motore utilizzati a fini aerodinamici. L'accordo, trovato pochi minuti prima del via della gara e proprio per questo impossibile da attivare subito, aveva bisogno dell'unanime approvazione di tutti i team per entrare in vigore fra due settimane a Hockenheim, nel GP di Germania, e la Ferrari, unitamente agli «amici» della Sauber, non voleva aderirvi. Visto il caos che sull'argomento regnava in FIA, incapace di mantenere la stessa interpretazione del regolamento per più di un giorno, gli altri team avevano deciso di riunirsi per trovare il modo di autoregolamentarsi e avevano concordato di tornare alla parziale soluzione adottata a Valencia: proibizione di variare la mappatura elettronica del motore fra qualifiche e gara. Una misura che aveva certamente limitato la possibilità di far erogare gas di scarico sotto il posteriore della vettura anche con l'acceleratore alzato in modo da usarli a fini aerodinamici (l'aria calda e veloce risucchia verso il basso la vettura e ne migliora la tenuta di strada), ma che certo non l'aveva eliminata del tutto come invece, di lì a poco, sarebbe successo nel GP di Gran Bretagna poi dominato dalla Ferrari. Secondo molti osservatori, il parziale ripristino della situazione precedente dovrebbe restituire alla Red Bull almeno parte della sua velocità originale e dunque riportarla davanti alla Ferrari. Secondo me, invece, non sarà la pura prestazione velocistica delle diverse vetture a cambiare in maniera significativa rispetto a domenica (mi riferisco, com'è ovvio, all'influenza di questo singolo parametro, perché è chiaro che ce ne sono molti altri che fanno andare una macchina più forte o più piano). La pista di Silverstone, infatti, è piena di curvoni da percorrere in pieno e non ha dunque caratteristiche tali da rendere gli scarichi soffiati molto importanti ai fini del tempo sul giro. Secondo me i veri vantaggi le Red Bull, e non solo le Red Bull, ce li avranno sull'intero arco della gara, visto che potranno evitare il grave decadimento di prestazioni da cui sono state afflitte domenica dai problemi di affidabilità che hanno handicappato i loro propulsori. La proibizione di usare l'apertura della farfalla anche in fase di rilascio ha infatti impedito a Renault (cioè Red Bull e Lotus Renault) e Mercedes (cioè McLaren, Mercedes e Force India) di utilizzare la circolazione a ciclo continuo del carburante al fine di raffreddare i motori per evitarne il surriscaldamento. Era questo il vero motivo per il quale la Ferrari, che raffredda bene e dunque consuma anche di meno pur essendo più potente, non voleva firmare. Il fatto che si sia piegata a farlo un po' per fair play e un po' (anzi: molto di più) per realpolitik ci garantirà probabilmente meno soddisfazioni ma anche gare più equilibrate e lottate. Visto che tanto il titolo mondiale è già di Vettel, tutto sommato non è un gran danno. Anzi,battere avversari che ti sono debitori sarà ancor più gustoso.

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