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«Non vogliamo quello scudetto»

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«Nonriteniamo di promuovere alcuna azione finalizzata a farsi riconoscere l'assegnazione dello scudetto 2006 - annuncia il presidente ad interim del club giallorosso Roberto Cappelli - in quanto riteniamo che le vittorie a cui ambiano debbano essere conquistate sul campo. È questo lo spirito con cui la Roma vuole iniziare questo nuovo corso». Assai più agguerrita la Juventus. «Il timore è che si decida di non decidere - afferma il presidente Andrea Agnelli, presidente della Juve - e decidere di non decidere sarebbe deleterio in uno dei momenti più bassi del calcio italiano. Voglio rispetto verso la Juve, perchè ha fatto la storia del calcio italiano». Agnelli ricorda le frasi di Guido Rossi in occasione dell'assegnazione del titolo 2006. «Gli organi possono intervenire se vi sono comportamenti poco limpidi» disse allora il commissario straordinario. La relazione del procuratore Palazzi è stata fin troppo chiara. Ma, a questo punto, c'è l'inalienabile diritto alla difesa dell'Inter che, mancando un processo, non potrà essere esercitato in alcuna sede giudiziaria. Il presidente Massimo Moratti lascia il tricolore da una parte. «Lo scudetto non c'entra più - ha dichiarato il numero uno nerazzurro - ciò che è grave, è stato l'attacco a una persona che non c'è più, che non è in condizione di difendersi da un'accusa mossa da un pubblico ministero». La Procura federale, al di là delle critiche mosse da Moratti, continua a lavorare sul fronte Scommessopoli. Ieri i collaboratori di Stefano Palazzi hanno ascoltato a Cremona Marco Paoloni, ex portiere di Cremonese e Benevento, uno dei personaggi centrali dell'intera inchiesta. Sette ore di interrogatorio in cui sarebbero emersi nuovi particolari. Rinviato l'interrogatorio di Gianfranco Parlato. Oggi sarà la volta di Erodiani, Tuccella, Sommese e Bettarini. Rinviato all'11 luglio il confronto con Beppe Signori.

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