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Prandelli bacchetta gli azzurri: "Così non siamo una squadra"

Cesare Prandelli

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«È un passo indietro: ho delle riflessioni da fare, parecchie. Ma alle volte anche queste situazioni servono». Il maestro Trap ha battuto l'allievo Prandelli. E forse gli ha dato anche un mano, per frenare qualche entusiasmo di troppo. «Se proprio dovevamo perdere, meglio farlo col Trap», prova a sdrammatizzare Cesare Prandelli. Ma il passo indietro dell'Italia non lo lascia per nulla indifferente, anzi: «Voglio essere severo». «Abbiamo sbagliato l'atteggiamento, ci sono mancati intensità e profondità - dice il commissario tecnico azzurro mandando in archivio la stagione con la sconfitta contro l'Irlanda - Eravamo troppo fermi davanti: è una serata che ci deve far riflettere, perchè queste pur essendo amichevoli sono partite importanti». «La mia - prosegue Prandelli - è severità, soprattutto con me stesso. È inutile parlare di supremazia e di loro capacità di difendere bene: evidentemente con il nuovo modulo la squadra non ha avuto la capacità di interpretare la partita». Complimenti a Trapattoni a parte, Prandelli rimanda «a quel che abbiamo fatto finora nel girone di qualificazione, perchè quello è il nostro punto di riferimento: ho detto subito che è meglio perdere contro Trap, ma poi metto da parte lo scherzo e faccio un'analisi seria». Poi, l'analisi più dura: «Dobbiamo giocare da squadra, e invece stasera nella difficoltà tutti volevano risolvere la cosa in maniera individuale. Così - conclude - sbagliamo tutto, i tempi e i principi di quel che stiamo costruendo». «L'interpretazione del gioco di squadra si è vista solo a tratti», l'amara conclusione di Prandelli. Il prossimo appuntamento è con la Spagna, il 10 agosto, una delle amichevoli di lusso che Prandelli aspetta con ansia, come ha ammesso lui stesso: «Non vedo l'ora anch'io di giocare le amichevoli di prestigio in programma, sono test che potranno farci fare il salto di qualità che mi aspetto e darci la reale dimensione di questa nazionale». L'arretramento di questa sera rimette in discussione qualche sicurezza di Prandelli, che prima di affrontare il Trap aveva tracciato il bilancio del suo primo anno parlando di una nazionale che «ha ritrovato serenità, e ora può giocare secondo quel che io chiedo». La serenità dovranno ritrovarla, nella stagione che comincia dalla Spagna, i suoi giocatori più rappresentativi: l'avvertimento è stato lanciato già nei giorni scorsi, da settembre viene in nazionale solo chi gioca nel suo club. E vale anche per l'incostanza di rendimento. «Vedo Antonio sereno - ha anche detto il ct parlando del gesto di nervosismo di Cassano domenica, verso un cameraman - evidentemente quando incontra una telecamera gli si chiude una vena... Quanto a Mario - ha poi aggiunto riferendosi all'episodio di Scampia - sono sicuro che in futuro non commetterà più questi errori. Tutti gli azzurri dovranno sentirsi responsabili, il mio compito è trasmettere loro dei valori che non valgono solo nello sport ma anche nella vita». Anche perchè Prandelli ha rispolverato lo spauracchio di vecchi campioni: «Totti e Del Piero possono ancora dare tanto, in primavera vedremo», il messaggio del commissario tecnico azzurro. Come dire, nessuno ha il posto assicurato in nazionale.

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