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Luis Enrique candidato alla panchina della Roma

Luis Enrique

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Fidatevi di lui, lo manda Pep Guardiola. Luis Enrique è il nuovo candidato forte per la panchina della Roma. Una scommessa avvincente, di quelle che piacciono a Franco Baldini: un tecnico giovane (41 anni), cresciuto in un'altra cultura, al fianco del suo grande amico Guardiola. Prima in campo, poi in panchina. Un uomo di personalità che da sempre vive di sport. Dici Luis Enrique e ti viene subito in mente il suo naso sanguinante durante Italia-Spagna ai Mondiali 1994 per una gomitata di Tassotti sfuggita all'arbitro. Ma nella storia dell'asturiano c'è tanto altro. Dopo una carriera fantastica da calciatore - campione olimpico con la Spagna nel 1992, tra Real Madrid e Barcellona ha vinto tre scudetti spagnoli, tre coppe del Re, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea fino a entrare nei top 100 Fifa - si è dedicato al triathlon e alla maratona per poi tornare al calcio. Ha iniziato a fare l'allenatore tre anni fa, prendendo il posto di Guardiola nel Barcellona B. Ovvero la seconda squadra dei «blaugrana» dove militano i giovani ma, a differenza della Primavera italiana, impegnata nelle serie inferiori dei «grandi». L'anno scorso ha riportato i ragazzi blaugrana nella Secunda Division, la nostra serie B, dove ha chiuso l'attuale stagione al quarto posto. Ma più che i risultati - il Barcellona B non può essere promosso in Liga né partecipare alla Coppa del Re - a Luis Enrique interessa preparare i giovani della «cantera» al grande salto e, soprattutto, rubare i segreti del mestiere al suo fraterno amico Guardiola, di un anno più giovane di lui. Fu proprio Pep a convincerlo a preferire la panchina del Barça B a quella dell'Under 21 spagnola che gli era stata offerta da Del Bosque. In questi anni ha abituato i suoi ragazzi a giocare nel 4-3-3 di stampo guardioliano e ne ha lanciato diversi: su tutti i difensori Fontas e Muniesa e il centrocampista Thiago Alcantara. Ora il tecnico si sente pronto per il suo personale salto. Ha il contratto in scadenza, pochi giorni stava per firmare con l'Atletico Madrid. Ma tutto all'improvviso è saltato: qui gatta ci cova. L'altro ieri un contatto tra Luis Enrique e gli uomini che stanno costruendo il futuro giallorosso ha trasformato un'idea in una soluzione concreta. È stato proprio Guardiola a suggerire a Baldini di puntare sul suo «discepolo». I contatti tra il futuro dg romanista e il tecnico del Barça sono molto frequenti. E siccome i tempi per ritrovarsi uno a fianco all'altro a Trigoria non sono ancora maturi, ecco la pensata comune: affidare la Roma a un Guardiola-bis. Un po' come ha fatto il Porto quando ha scelto Villas Boas, lo Special Two di estrazione mourinhana, che non a caso era la seconda scelta di Baldini. Luis Enrique è in corsa e quasi tutte le sue caratteristiche corrispondo all'identikit stilato dalla nuova proprietà americana, compresi i parametri economici. Il grande interrogativo è legato all'esperienza pari a zero a grandi livelli. Per altri tre-quattro giorni verranno tenute in piedi le altre candidature. Deschamps è l'alternativa più forte a Luis Enrique, parecchio staccato Bielsa, incontrato da Walter Sabatini in Argentina. Poi c'è Montella che al momento è ancora l'allenatore della Roma e quindi va tenuto in considerazione a prescindere. L'Aeroplanino ha parlato con i nuovi dirigenti ma sue chanche di permanenza sono prossime allo zero, come quelle di Ancelotti, Pioli e Rossi. Inanto Baldini a Londra ha incontrato Pallotta e due collaboratori dell'americano (Robert Livingstone Mortimer e William Sean Barror) che lavoreranno per la società giallorossa: si sono piaciuti molto e in comune hanno la voglia di rivoluzionare la Roma. A Trigoria si parla già straniero. Inglese, ma anche spagnolo.

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