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Si rischia un'estate malinconica

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Nonbastano due gol di vantaggio a metà ripresa, l'onesto Chievo, che stava giocando bene, non soltanto trova il pari, ma si mangia letteralmente tre occasioni fantastiche, però alla fine c'è il premio della matematica salvezza, l'ennesima della sua storia da favola. Partita viva, pali e azioni spettacolari. Rimpianti per la Juve, persa un'ulteriore opportunità, e adesso non ci sono più appelli. Gli altri impegnati nel volatone sono alle prese con gli esami di coscienza, ognuno con il proprio pesante bagaglio di rimpianti, più o meno accentuati in relazione al livello delle ambizioni di partenza. Teoricamente la serenità è dalla parte della favorita più recente, quell'Udinese che ha vissuto due parentesi di segno negativo. Alla infelice partenza, un punto in cinque partite, ha posto rimedio con una lunghissima striscia di risultati utili, seminando scalpi illustri sul suo cammino, questione di tempi di rodaggio per una formazione molto giovane. Poi è intervenuto un altro periodo buio, recente, segnato invece dagli infortuni e dalle squalifiche, tutti relativi a protagonisti di primo piano, senza contare qualche episodio discusso, come quello che aveva determinato la rocambolesca impresa romanista al Friuli. Ora il cammino si è fatto più agevole, la visita del Milan all'ultima giornata potrebbe risolversi in festa comune. La Lazio ha smarrito il suo ruolo di favorita, che il percorso stagionale sembrava avere legittimato, pagando cara qualche amnesia incomprensibile alla quale non sono state estranee, una volta tanto, le scelte della panchina. Concedere al contropiede friulano, primo del campionato come qualità, la prateria della fascia destra, mal presidiata ma anche malissimo protetta, è decisione figlia di una valutazione sbagliata. Poi ci si è messa anche una ricorrente sfortuna, ma a quel punto il danno avrebbe potuto anche assumere dimensioni irrimediabili. Confortano le residue speranze la solidità dell'organico e i tanti responsi positivi della stagione. Alla Roma, che domani sera tenterà a San Siro un'impresa disperata di fronte all'Inter, netta favorita per la finale della Coppa Italia, si presentano problemi che vanno perfino oltre i rimpianti. Non moltissimi, questi, anzi in qualche caso il raccolto è stato superiore ai meriti, anche se i punti recuperati non sono stati pochi. Qualche spreco, Chievo e Parma su tutti, ma anche punti che si sono materializzati quando il tabellone aveva virtualmente esposto il «game over». Fine stagione segnato dalle ulteriori grane societarie, qualcuno da Trigoria sogna una poltrona prestigiosa, c'è da chiedersi quali siano i parametri per affidare il calcio professionistico a chi ha mostrato al mondo gli effetti di una gestione virtuosa. Si va verso un'estate segnata dalla malinconia.

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