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Da Simpson a Casartelli troppe tragedie

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Nonè bastato al belga Weylandt l'uso del caschetto, reso obbligatorio dopo che nel 2003 Andrei Kivilev rimase coinvolto in una caduta durante la Parigi-Nizza e morì poco dopo nell'ospedale di Saint Etienne. Tra le tragedie che hanno coinvolto ciclisti italiani anche quella del 1951, quando Serse Coppi cadde nell'ultimo chilometro del Giro del Piemonte, sbattendo la testa sulle rotaie, e morì il giorno dopo. Infine le strade italiane si insanguinarono ancora quando, nel corso delle Olimpiadi romane del 1960, il danese Knud Jansen si sentì male, per poi morire, nel corso della 100 km a squadre. Sarebbe poi venuto fuori che prima della gara aveva fatto abuso di farmaci. A causa di quella tragedia il Cio introdurrà alle Olimpiadi i controlli antidoping obbligatori.

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