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Il Giro dell'unità

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IlGiro d'Italia prenderà il via simbolicamente da Torino, prima capitale e città di riferimento per il Risorgimento, e lungo il suo tracciato toccherà altri luoghi nevralgici, da Quarto in Liguria (porto da cui si imbarcarono i Mille alla volta di Marsala) a Castelfidardo nelle Marche (sede di un celebre scontro tra truppe sabaude e pontificie). Questi momenti per così dire «storici» saranno distillati lungo un percorso che potrebbe rivelarsi di memorabile bellezza. Si inizia sabato da una cronosquadre e si chiude, a Milano il 29, con una crono individuale. In mezzo, solo un altro appuntamento contro il tempo, nella cronoscalata di Nevegal (Belluno, 16esima tappa). Il che ci porta a dedurre che il disegno del Giro sia parecchio sbilanciato a favore degli scalatori. E in effetti l'analisi del profilo altimetrico ci dice esattamente questo. Intanto, le tappe per velocisti della prima settimana (Parma, Rapallo, Livorno, Fiuggi, Tropea) presentano tutte strappetti o salitelle nei pressi del traguardo, giusto per rendere la vita impossibile agli sprinter, e per far sì che le squadre debbano tenere ogni giorno tanto d'occhi aperti per evitare buchi, distrazioni, incidenti vari. Le salite più o meno vere arrivano alla settima e alla nona tappa: e se il traguardo avellinese di Montevergine di Mercogliano è stato più volte toccato negli ultimi giri, l'Etna è un gradito ritorno. Il lungo trasferimento dalla Sicilia a Termoli (da cui la corsa ripartirà verso il nord) corrisponde al primo giorno di riposo. Nella decima tappa (arrivo a Teramo) rivedremo i velocisti, chiamati poi all'azione per l'ultima volta alla 12esima (a Ravenna: da lì in poi, 9 frazioni senza traguardi veloci). I saliscendi appenninici dell'11esima frazione, da Tortoreto Lido a Castelfidardo, saranno l'ultimo antipasto prima delle Alpi. Ed ecco un weekend da follia, proprio: venerdì 20 si sconfina in Austria per arrivare sul difficile Grossglöckner; sabato 21 si torna in Friuli, per un'accoppiata mozzafiato: Crostis (all'esordio) e Zoncolan (già «tristemente» celebre...), inframezzati da una discesa da brivido. Ma non basta ancora, perché domenica 22 c'è il tappone dolomitico, con Piancavallo, Forcella Cibiana, Giau (la Cima Coppi - ovvero la più alta - del Giro, a quota 2236 metri slm), Fedaia (durissima) e l'arrivo di Gardeccia (anch'esso molto difficile). Il sospirato secondo giorno di riposo servirà a riposare prima della già citata cronoscalata e di tre tappe (Tirano, San Pellegrino Terme e Macugnaga) con molte salite, ma che non dovrebbero essere determinanti nella lotta per la classifica (ma buone sicuramente per le fughe). Il redde rationem avverrà nella 20esima tappa, sabato 28: da Verbania a Sestrière, 242 km con l'ascesa al terribile Colle delle Finestre nel finale, e l'ultima scalata fino al traguardo. Sarebbe davvero sorprendente, dopo tante salite, se la crono di Milano (lunga 32 km) risultasse ancora determinante per stabilire il vincitore del Giro d'Italia 2011.

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