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La vera lotta è per salvezza e quarto posto

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Dovràaspettare, il Milan, per celebrare lo scudetto virtualmente già cucito sulle proprie maglie, l'orgoglio dell'Inter rimanda una festa che sembrava essersi materializzata a Cesena: sotto di un gol e con il solo recupero a disposizione, ha prodotto un incredibile ribaltone con una doppietta di Pazzini, entrato al posto di Pandev. Beffa anche per i cugini, ai quali comunque basterà mettere insieme quattro punti in altrettante partite, come dire missione compiuta. Al Meazza sale quel Bologna che aveva raggiunto presto la quota di una teorica sicurezza della permanenza nell'alta società, per poi smarrirsi del tutto. Non estranee al crollo in verticale le angustie societarie, Malesani da stratega celebrato a candidato alla cassa integrazione. Certo, c'è chi sta peggio, però il prolungato rilassamento potrebbe ancora nascendere qualche pericolo. Vigilia dedicata alla zona Champions, di scena le due più immediate (si fa per dire) inseguitrici della capolista, Napoli e Inter in posizione più che rassicurante per l'Europa nobile. Dopo il rocambolesco raid interista in Romagna, offriva felici prospettive ai campani la sfida quasi amichevole del San Paolo con il Genoa, squadra gemellata dai tempi della promozione a braccetto. Ma i liguri confermano la professionalità espressa in quest'ultimo scorcio di torneo. Servono al Napoli un gran secondo tempo e una prodezza di Hamsik a sette minuti dalla fine per mantenere le distanze dalla vetta e meritarsi l'abbraccio di uno stadio entusiasta. La Lazio dovrà attendere fino a domani sera per tornare in attività, rinvio obbligato per gli eventi, sacri e profani, che rendono affascinante, ma anche avventuroso, il Primo Maggio della Capitale. In attesa della Juventus, Reja rivolgerà la sua attenzione alle rivali nella volata europea, l'Udinese a Firenze nel pomeriggio, la Roma a Bari in serata. Per Montella e i suoi fedeli legionari, la prima di quattro trappole da superare indenni per sperare ancora in quel quarto posto che magari non sarà più un miraggio, però rimane traguardo quasi proibitivo. Contro una formazione già retrocessa, dovrà guardarsi dall'orgoglio dei pugliesi, ma soprattutto da se stessa e dalla sua persistente vocazione all'autolesionismo. Non potrà ulteriormente consentirsi quella elegante mollezza che aveva prodotto sofferenze anche di fronte a un Chievo che aveva concesso l'occasione per un'autentica goleada. Montella è ancora in attesa di conoscere il proprio futuro, a Trigoria non è il solo a sentirsi provvisorio, intanto sceglie le soluzioni forse più banali, però meno rischiose. Dispiaciuto di avere dato scarso rilievo a Borriello ammette però, bontà sua, che non è facile lasciare fuori Totti. Dopo questa sensazionale scoperta, al popolo romanista non rimane che sperare nella migliore ispirazione dei suoi capricciosi talenti, per tenere viva la tenue fiammella dei sogni.

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