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Roma e Inter aggrappate alla Coppa

La delusione di Menez

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Erano le più belle del reame, le regine che nell'ultimo lustro si erano giocate più o meno tutto all'interno dei confini nazionali, con l'Inter che era andata perfino in giro per il mondo a portar via successi e trofei. Ora, esattamente un anno dopo, Inter e Roma si ritrovano alla vigilia di una semifinale di coppa Italia che può essere l'unico obiettivo stagionale per la Roma e una magra consolazione per un'Inter che ha comunque già messo in cascina il successo in avvio di Supercoppa italiana proprio contro la Roma: anche se va considerato come un successo della scorsa stagione. Due stagioni diametralmente opposte ma che hanno molto in comune: un cambio di allenatore innanzitutto, un momento buio, un grande recupero, prima della flessione finale che ha riportato con i piedi per terra entrambe le tifoserie. A Milano viene tutto più facile, perché dopo l'abbuffata degli ultimi anni, un momento di stasi, di incoerenza e flessione per certi versi ci può anche stare. Gli stimoli cambiano, gli uomini si affaticano e non sempre può girare nel modo giusto. Diverso il discorso per la Roma che di successi ha ricordi lontani, nonostante si appresti a vivere una nuova giovinezza grazie all'arrivo di una proprietà che sembra intenzionata ad investire molti soldi. Il problema della Roma attuale è quello di esser rimasta schiacciata in questa fase di transizione. Tra il declino dell'era Sensi che senza l'intervento provvidenziale della banca avrebbe probabilmente portato al fallimento del club o a un ridimensionamento drastico, e la ricerca di nuovi acquirenti credibili: trovati dopo mesi di ricerca e confermati solo dopo una estenuante trattativa conclusasi sun paio di giorni fa dall'altra parte dell'oceano. Inevitabile quindi passare un momento così, anche se in molti pensavano che l'arrivo di Montella sulla panchina giallorossa potesse risolvere tutti i problemi. Tanto di cappello all'ottimo lavoro svolto fin qui dall'ex aeroplanino giallorosso, ma così non è stato. Il problema della Roma appare molto più complesso che non relativo solo a meri compiti tattici o a una condizione fisica non ottimale: anche se il ritorno di Bertelli ha rimesso «in piedi» la Roma. È evidentemente un problema di testa, di convinzione, di motivazioni e voglia. Non a caso ieri il tecnico gialloroso ha tenuto a rapporto la squadra nello spogliatoio prima dell'allenamento: pochi minuti, ma durissimi, nel quale Montella si è sfogato come forse non aveva mai fatto prima. A dire il vero già subito dopo il match i «senatori» del gruppo (Totti e Pizarro) avevano rimproverato a brutto muso Vucinic per i clamorosi errori commessi in campo (quel gol non si può sbagliare). Sono volate parole pesanti. E tra le altre cose la Roma sembra, inspiegabilmente, pagare anche la «distrazione» dovuta alle ultime vicende societarie: cosa che qualcuno si è apprestato a sottolineare e che non è piaciuto affatto a DiBenedetto & Co.. Ma, per quanto assurdo possa sembrare, probabilmente è stato proprio così. Ma è un alibi che questa squadra non può avere, e quando il popolo romanista grida alla «rifondazione», forse non ha tutti i torti. Serve una svolta epocale per cambiare la situazione e far tornare questa Roma a sognare in grande.

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