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Di Biagio

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MatteoDe Santis Par condicio: quattro anni di Roma, quattro anni di Inter. Numeri che quasi quasi combaciano perfettamente: 114 presenze e 16 reti in giallorosso, 117 e 13 nerazzurro. Per Gigi Di Biagio Roma-Inter è sempre la partita del cuore. «Sono le due squadre a cui sono più affezionato», dice con il tono di voci di chi vorrebbe che non si incontrassero mai. Merito di una storia dai colori giallorossonerazzurri iniziata nel 1995 e finita nel 2003: la chiamata a Roma di Mazzone, un anno di Carlos Bianchi e del duumvirato d'emergenza Liedholm/Sella, due di Zeman (l'uomo che lo lanciò a Foggia), un'estate con Capello, il trasferimento a Milano, Lippi, Tardelli, Cuper e quel maledetto (dal punto di vista interista) 5 maggio 2002. Ricordi del passato, anche se il calcio è ancora enormemente presente nella vita di Di Biagio. Da un po' di tempo commenta le partite di serie A su Sky, da qualche mese è diventato osservatore per l'Under 21, per il terzo anno di fila sta organizzando il torneo internazionale Primavera «Tirreno e Sport», che andrà in scena in varie località del litorale laziale a cavallo tra la fine agosto e l'inizio di settembre, e domani sarà a Valencia a godersi dal vivo la finale di Coppa del Re tra il Barça di Guardiola e il Real di Mourinho. Occhi, orecchie e testa su tutto il mondo del calcio, ma il cuore di Gigi, anche adesso, resta sempre e solo per la «sue» care e vecchie Roma e Inter. Questa volta, dopo cinque finali di Coppa Italia in sei anni, sarà solo una semifinale. E non c'è neanche uno scudetto in ballo... «Nelle scorse stagioni la Coppa Italia era un qualcosa di più, non l'obiettivo primario. Poi capitava che Roma e Inter se la giocassero in finale. Questa semifinale, però, può salvare la stagione di una o dell'altra. Sono convinto che sia i giallorossi che i nerazzurri onoreranno la competizione». L'incrocio capita anche in un momentaccio per entrambe le squadre. «Peccato. La Roma, prima della sconfitta con il Palermo, aveva trovato una certa continuità. Secondo me, anche se può sembrare una follia, può ancora arrivare in Champions. Il calendario può riservare ancora brutte sorprese a Lazio e Udinese, ma la Roma dovrà essere brava a fare 15 punti. L'Inter, invece, ha pagato la grandissima rincorsa degli ultimi mesi. Ha speso tante energie e nel momento clou della stagione si è ritrovata a corto di benzina». Sia la Roma che l'Inter, durante questa travagliata stagione, hanno cambiato gli allenatori. Gigi Di Biagio confermerebbe Montella e Leonardo anche per la prossima stagione? «Vincenzo, per me, dovrebbe restare. Poi non sarà così, perché la piazza o la nuova società punterà magari su un nome più altsonante, ma finora ha fatto bene. Se l'Inter ha un progetto davvero basato su Leonardo, lo confermerei senza pensarci. Leo è stato bravissimo, ma non dimentichiamoci che ha potuto contare su una serie di giocatori fondamentali che con Benitez erano quasi sempre infortunati». Lei ha vissuto da protagonista sia la Roma dei Sensi che l'Inter di Moratti: trova dei paralleli tra queste due gestioni? «Due famiglie tifose, appassionate e che hanno dato tantissimo per le loro squadre. Secondo me, i punti di contatto tra Franco e Rosella Sensi con Massimo Moratti sono evidentissimi». La Roma è ormai diventata americana... «Sono ancora un po' perplesso, ma gli arrivi di Franco Baldini e Walter Sabatini rappresenterebbero una vera e propria garanzia. La Roma non è da rifondare, ha bisogno di 3-4 innesti mirati in certe zone del campo e di puntellare la rosa. Io non venderei mai due giocatori come Vucinic e Menez». Amarcord: il Roma-Inter più bello da romanista? «Roma-Inter 1-0, ultima giornata del campionato 95-96. Segnai su rigore e andammo in Coppa Uefa, per me fu un gol particolarmente importante». E quello da interista? «La Roma, al contrario di adesso, non riusciva quasi mai a fare risultato a Milano. Mi ricordo un Inter-Roma 3-1 del campionato 2001-2002: fu una partita spettacolare con due squadre che giocarono a viso aperto». Un pronostico per stasera? «Non ci riesco, sono legato sia alla Roma che all'Inter e gioisco sia per i successi dell'una che per quelli dell'altra. Il fatto che non sarà una partita secca ma una sfida con un'andata e un ritorno rende ancora più complicato fare una previsione».

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