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Lotito

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dall'inviato a NAPOLI Carlantonio Solimene Per una volta le voci della Lazio si levano tutte insieme all'unisono. Troppo pesante il tributo pagato dai biancocelesti a Napoli per rimanere in silenzio. Tacciono solo i calciatori, ancora inviperiti per lo «scippo» arbitrale. Ma parlano, con fermezza e decisione, tutti i vertici societari: presidente, direttore sportivo e allenatore. Il primo a prendere la parola, e anche il più duro, è Claudio Lotito: «Ci sono stati degli episodi che ci hanno penalizzato - tuona il numero uno biancoceleste - le punizioni dalle quali sono nati i gol erano dubbie, così come il calcio di rigore. Per non parlare poi del gol non dato a Brocchi, troppo evidente per non essere convalidato. Se andiamo avanti di questo passo, tanto vale smettere di giocare e scrivere direttamente la classifica finale». Un'accusa velata: c'è qualcuno a cui non fa piacere che la Lazio stia lassù, che stia cercando di conquistarsi un posto tra le grandi. Il presidente ne ha anche per Cavani: «Noi educhiamo i nostri calciatori a comportarsi in modo leale, si vede anche dal fatto che dopo tutte le squalifiche degli ultimi tempi abbiamo fatto ricorso solo per Radu. Invece nelle altre squadre ci sono atleti che potrebbero benissimo fare i tuffatori». Meno aggressivo, ma solo nei toni, Edy Reja: «Noi siamo piccolini - dice - e tutti i punti che abbiamo fatto ce li siamo meritati sul campo. Non si può dire la stessa cosa per altri. Non vogliamo regali da nessuno, ma almeno che ci venga dato quello che è nostro». Il tempo di rifiatare e il tecnico passa agli episodi, soffermandosi soprattutto sul rigore: «Il penalty mi è sembrato generoso, e in ogni caso l'espulsione di Biava è stata eccessiva, non era una chiara occasione da gol. In quel modo è stata cambiata la partita». A chiudere il cerchio delle polemiche ci pensa il ds Tare. «Ci sono stati episodi più che discutibili che hanno concesso la vittoria al Napoli. Il gol non dato a Brocchi ed il calcio di rigore di Cavani hanno condizionato molto il risultato finale, la Lazio non meritava di perdere». Anche per il dirigente, ancora più del gol fantasma, è grave l'assegnazione del rigore: «Da ex attaccante capisco Cavani, si è buttato per cercare il rigore. Ma quella decisione ha condizionato la partita in maniera cruciale. A questo punto della stagione certi errori non vanno bene, si rischia di gettare tutto al vento».

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