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Se la legge non è uguale per tutti

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Gomitatada tre turni, tutto scontato, Daniele De Rossi si aspettava un verdetto già scritto. Sorprenderebbe un appello da parte della società: che, non navigando a vista come in passato, dovrebbe sapere benissimo che l'Uefa ha agito nel pieno rispetto della norme. Naturalmente la Federcalcio ha subito fatto scattare il codice etico promosso da Prandelli, dunque il romanista non sarà in campo, in azzurro, nella gara di qualificazioni europee con la Slovenia, venerdì 25, e nell'amichevole del martedì successivo con l'Ucraina a Kiev. Resta in bilico Balotelli, il cui gesto è stato ancora più violento e pericoloso, per l'esclusione dalla lista azzurra si dovrà ipocritamente attendere i provvedimenti della stessa Uefa. Questo codice etico rischia di diventare un paio di forbici simili a quelle che ornano i turbanti dei guardiani di harem, e forse sarebbe il caso di rivederne le sfumature. Va ricordato come Cassano fosse stato escluso dalla Nazionale non perché fosse fermo da due mesi, ma per avere mancato di riguardo al suo presidente, tutte prove di una tendenza a perseguire la filosofia del dispetto alla moglie. Non che si debba condannare la volontà di tutelare l'immagine della Nazionale, ma diciamo anche che certe norme andrebbero interpretate con un minimo di elasticità. Non risulta che furbastri simulatori o chi mette i tacchetti sul viso del rivale perdano il diritto alla Nazionale se non interviene una prova tv. La Roma si terrà stretta le energie di Daniele, il giocatore potrà concedersi un po' di respiro, Prandelli dovrà reinventare il centrocampo. Chi ci rimette?

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