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Scommessa persa in partenza

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Inodi alla fine vengono al pettine: sempre. Sì, con l'aiuto degli «amici» si possono camuffare, taroccare, posticipare, ma il tempo in questo senso è sentenza. Ci avevano costretto a credere (o almeno ci avevano provato) che Adriano fosse una scommessa già vinta, che avrebbe fatto solo il bene della Roma che poi era l'unico interesse comune (ma lo era davvero?). E quando avevamo palesato perplessità, ci aveva additato come quelli «contro» la Roma, come coloro che volevano a tutti i costi tirar fuori qualcosa che potesse recar danno: ma i fatti alla fine inevitabilmente ci hanno dato ragione. Una ragione che alla Roma è costata quasi quattro milioni di euro (senza contare le parcelle dei vari procuratori) e l'ha costretta infine a fare l'unica cosa sensata di questa vicenda: rescindere il contratto con Adriano. La domanda viene automatica: dove sono ora tutti coloro che hanno sponsorizzato il suo arrivo prima e la sua permanenza a Roma poi? Senza aver nulla contro il simpatico sarchiapone brasiliano, che Adriano fosse da tempo fuori condizione e lontano anni luce da qualcosa anche minimamente vicino a un giocatore di calcio, era evidente a tutti (compagni di squadra compresi). O almeno a tutti coloro che guardano le cose da fuori, senza secondi fini, senza interessi particolari o personali: semplicemente constatando i fatti. E invece c'è chi ha continuato ad andare per la sua strada senza batter ciglio, convinto di se stesso/a, sbagliando un'altra volta (mandarlo via a gennaio tanto per fare un esempio avrebbe fatto risparmiare un sacco si soldi) facendo l'ennesimo danno alla Roma... fortunatamente l'ultimo! Ad Adriano un «in bocca al lupo!» per il futuro, lontano da Roma però.

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