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Sognando una remuntada all'italiana

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ADonetsk, un solo dato di fatto conforta le labili speranze della Roma, che si era votata al suicidio nella gara di andata all'Olimpico: e riguarda la famosa legge dei grandi numeri, destinata a contraddire, talvolta, verdetti che la carta vorrebbe scontati. Una legge legata alla storica blindatura dello stadio dei minatori, dove nessuno riesce a vincere da tempo immemorabile, due soli pareggi concessi contro trentasei vittorie. Alla Roma il compito di sfatare quello che sembra un autentico tabù, con l'obbligo di non poter contare su una vittoria di misura, salvo l'eventualità di una serata con una marea di gol. Dunque un'impresa che non è azzardato definire quasi proibitiva, anche perché la squadra da poco affidata alla gestione familiare di Vincenzo Montella ha ritrovato i pregi legati alla felice formula cara a Spalletti, ma ancora non riesce a regalare garanzie sul piano della tenuta. Un calo atletico simile a quelli accusati contro il Parma, e poi anche a Lecce, sarebbe esiziale contro una formazione che dal suo stadio ha visto uscire a testa bassa anche il grande Arsenal. Senza volere per forza inventare motivi di scarsa euforia, è giusto anche tenere conto del fattore ambientale, visto che a Donetsk ieri sera cadevano fiocchi di neve e che la temperatura è annunciata a parecchi gradi sotto lo zero. Una circostanza strana, in relazione a una mia lontana trasferta nella città ucraina, in questo stesso periodo dell'anno, quando avevo un aspetto ridicolo, perfino più del solito, con pesante montone e colbacco quando il clima era quasi primaverile. Conservo con affetto un pezzo di carbone iridescente, preso nel pozzo più profondo di una delle miniere locali, unico italiano ad essersivi avventurato, per pura incoscienza. E poi c'è chi nega i cambiamenti del clima. Allora avevo commentato una vittoria della Juventus sui padroni di casa, l'auspicio è che la Roma abbia l'energia e la capacità di fare altrettanto, Totti e Vucinic a guidare un assalto che non dovrà essere dissennato, una linea difensiva irrobustita dalla presenza di Burdisso a destra, centrocampo di una volta, certo che gli interpreti hanno qualche anno in più sulle spalle. Giusto provarci, a negare alla pattuglia di Mircea Lucescu lo storico traguardo dei quarti di Champions, mai raggiunto in passato. Ci vorranno cuore e talento, pazienza se non dovessero bastare.

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