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L'occasione della vita

Reja, tecnico della Lazio

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Ci sono treni che passano poche volte nella vita. E se per la prima volta capita a 65 anni, si può anche pensare che sia l'unica. È questo lo stato d'animo di Edy Reja, una vita passata sulle panchine di provincia e, all'improvviso, sul finire della carriera, l'occasione di affacciarsi per la prima volta sui palcoscenici più importanti. In questi casi bisogna abbandonare ogni timore, giocarsi le proprie carte al massimo delle possibilità per evitare in futuro di coltivare rimpianti. La Lazio ha l'opportunità di qualificarsi alla Champions League nell'ultima stagione in cui l'Italia darà quattro formazioni alla massima competizione continentale, e per una volta Reja ha deciso di abbandonare le convinzioni di una vita per schierare un undici mai così offensivo e di qualità. Hernanes, Zarate, Sculli e Floccari tutti insieme dall'inizio, a centrocampo i piedi buoni di Matuzalem e Ledesma, sulle fasce la spinta di Lichtsteiner e Radu. Basta questo per capire come il posticipo di stasera all'Olimpico contro il Palermo sia una di quelle gare da vincere a tutti i costi. «Già da martedì, dopo la sconfitta di Cagliari, ho parlato con i ragazzi - ha detto l'allenatore - e ho cercato di far capire loro che abbiamo un'occasione unica. Non c'è mai stato un campionato con tante squadre forti in ritardo. Noi abbiamo una classifica ottima e abbiamo il dovere di provarci fino alla fine». Certo, non sarà facile. Perché chi sta dietro «è capace di fare 27-30 punti sui 33 a disposizione» e perché anche qualche arbitraggio, ultimamente, ha lasciato adito alle peggiori dietrologie. «Anche se questi sono fattori sui quali non possiamo intervenire - ha specificato l'allenatore - e io ho totale fiducia nel designatore. Di certo, noi non ci aspettiamo nessun favore».   A partire da stasera, quando per battere un Palermo ferito i biancocelesti dovranno mostrare la faccia migliore: «Questa partita ha un'importanza fondamentale - ha ammesso Reja - e mi aspetto di trovare una squadra che Cosmi avrà reso più attenta nella fase difensiva ma comunque capace di crearci tanti problemi in attacco con tutti i giocatori di qualità che hanno». Per una volta, però, la qualità giocherà un ruolo fondamentale anche per i biancocelesti, con il reinserimento di uno Zarate che, nel finale di campionato, deve cercare di dare una svolta alla sua terza stagione biancoceleste: «Mi sembra che ultimamente si parli un po' troppo di lui - ha frenato il tecnico - è un elemento del gruppo e lo tengo sempre in considerazione. Si è allenato con buona intensità ma lo aveva fatto anche nelle scorse settimane». Per raggiungere l'obiettivo ci vorrà anche l'apporto del pubblico. «In questo momento i ragazzi sentono l'affetto dei tifosi», ha detto Reja, ed è probabile che per una volta la Curva Nord non si farà pregare. Sulla panchina palermitana, infatti, debutterà quel Serse Cosmi che in passato con la metà biancoceleste di Roma ha avuto più di uno screzio. Quasi un anticipo del derby che si giocherà domenica prossima. «Ma non ho il dente avvelenato - ha messo le mani avanti il neotecnico dei rosanero - l'atteggiamento mentale sarebbe stato lo stesso contro qualsiasi avversario». D'altronde, anche Cosmi non può perdere di vista l'importanza della gara. Deve verificare che i suoi giocatori abbiano superato psicologicamente i sette gol presi al Barbera dall'Udinese. E soprattutto, anche lui come Reja vuole giocarsi al massimo la più grande opportunità della carriera. Quella Champions League che, mai come oggi, fa gola a tanti ex ragazzi «di provincia».

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