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Formula in fuga

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L'ondalunga delle proteste che infiamma il Medioriente, scuote anche lo stato del Golfo Persico, le concessioni non sono bastate a sedare la rabbia dei rivoltosi che chiedono riforme sociali e politiche. In una parola: democrazia. E così la lotta a oltranza ha costretto gli organizzatori arabi ad annullare l'appuntamento che il 13 marzo doveva inaugurare il campionato di Formula 1. Troppi i rischi e insormontabili i problemi di sicurezza. Una decisione che era nell'aria, comunicata per telefono al «padrone del vapore» Bernie Ecclestone dalla real casa. Mani libere al principe ereditario Hamad bin Isa al-Khalifa che ha dichiarato: «La priorità per il Regno del Bahrain è superare la tragedia, le divisioni interne e guarire questo paese per ricordare al mondo che siamo una nazione unita». Il primo appuntamento della stagione dovrebbe essere l'Australia il 27 marzo (si pensa anche di anticipare il Gp del Brasile), mentre i test previsti in Baharain dal 3 al 6 marzo si terranno a Montmelò. C'è un'ambiguità, probabilmente voluta: non è chiaro se la gara di Sakhir sia stata cancellata definitivamente (i GP passerebbero da 20 a 19) o se sarà recuperata più avanti. E non è problema secondario perché richiama quello spinoso degli indennizzi. In ballo ci sono 45 milioni di dollari, 30 per l'iscrizione e 15 come gara d'apertura. Sembra che in caso di tumulti politici gli organizzatori non debbano corrispondere niente al capo della Foa, Ecclestone appunto, per l'annullamento. Sarà per questo che pochi giorni fa, un po' troppo ottimista, diceva: «È tutto tranquillo. Finora la gente era convinta che in Bahrain c'è la democrazia». E adesso speranzoso si allinea: «Auguriamo a questa nazione tutto il bene necessario. L'ospitalità e il calore che abbiamo sempre ricevuto qui è un punto fermo, testimoniabile da tutti. Speriamo di poter tornare presto». L'emirato fu il primo paese arabo a ottenere nel 2004 un posto in Formula 1. Un ingresso caldeggiato dal patron del circus sempre alla ricerca di aree dove esportare, diciamo così, la passione per i motori. Che siano instabili come la Turchia o il Bahrain, o ancora da omologare, Cina e India quest'anno, la Corea nello scorso campionato, poco importa. Conta far girare i propulsori e il loro indotto. Se invece ci dovesse essere il ripescaggio, l'ipotesi più accreditata è quella di spostare Sakhir a fine anno tra Abu Dhabi, il 13 novembre, e Interlagos, il 27 dello stesso mese. Ma in una settimana i team dovrebbero effettuare spostamenti logistici proibitivi da un capo del mondo all'altro. L'alternativa è spostare l'ultima corsa la prima settimana di dicembre. Intanto dai test arrivano ottime notizie per la Ferrari F150th. Nell'ultima sessione di prove sul circuito di Barcellona, Felipe Massa ha staccato un tempo record di 1'22''625, il migliore in assoluto dei quattro giorni di collaudi. Una zampata assestata dopo aver percorso il numero incredibile di 121 giri, più di due gran premi. Alle sue spalle impressiona il ritmo della Red Bull e la Toro Rosso che sembra proporsi come l'outsider del lotto. Dalla Catalunya una conferma: sfruttare al massimo le Pirelli vuol dire ottenere risultati in gara.

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