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Pesce marcio e uova nelle proteste storiche

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Nellibro delle contestazioni a Trigoria c'è un po' di tutto. Dalle uova fresche o dai pesci andati a male addosso ai giocatori, dopo una sconfitta in casa con la Cremonese dell'allora Rometta dei primi anni '90, ad Aldair scortato, Cafu (con figli al seguito) sconvolto, Gurenko piangente e svariate automobili da portare direttamente dallo sfasciacarrozze come accadde nella famosa contestazione post-eliminazione dalla Coppa Italia con l'Atalanta in quella che poi finì per essere la stagione del terzo scudetto. Altri ricordi dai tanti giorni di protesta davanti al Fulvio Bernardini: Zebina insultato che discute animatamente prima con i contestatori e poi con i poliziotti che lo stavano rispedendo in macchina (volò anche un leggero colpo di manganello sulla nuca del giocatore), un sit-in contro Rosella Sensi dietro lo striscione «Tu alla presidenza, noi all'opposizione» e delegazioni di tifosi accolte all'interno del Fulvio Bernardini per far sentire le proprie ragioni direttamente a chi di dovere. Cose brutte: bomboni ascoltabili anche da Pomezia, bombe carta sparate dall'esterno verso l'interno (come nel momento buio della scorsa stagione), qualche minaccia e insulti razzisti. Ma anche iniziative fantasiose: tifosi con addosso ciambelle di salvataggio, gare di pernacchioni e show di battute tipicamente romane. «Tira solo Caniggia», urlarono a Boskov all'indomani della squalifica dell'argentino. Una battuta faceva più rumore di cinque bombe carta. M.D.S.

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