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Allarme Champions

Totti, Borriello e Menez

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La fuga in solitudine non ha raggiunto i ritmi che il tifo rossonero auspicava, quelli che avrebbero scoraggiato tutti gli altri aspiranti al traguardo più ambizioso. Si è riaperto, con tutto il suo ventaglio di prospettive, il capitolo dello scudetto, si è dilatato quello relativo alla prossima stagione europea, che per l'ultima volta garantirà all'Italia quattro posti nella Champions e altri tre, probabilmente, in Europa League, visto che la casella riservata al vincitore della Coppa Italia è facile vada a occuparla una tra Inter, Roma e Milan, tutte rivolte a più gloriosi obiettivi. La situazione attuale nella parte nobile della classifica, il Napoli in linea con le corazzate milanesi e qualche meritevole intruso alle porte, tipo Palermo e Udinese, desta sensibile allarme per il futuro delle romane. Considerazioni che coinvolgono gli aspetti economici, rilevanti, della presenza nell'Europa che conta. La Roma ha una partita da recuperare, tra l'altro in un periodo reso pesante dagli impegni di Champions e contro un Bologna proiettato verso la tranquillità nonostante i tre punti di penalizzazione, dunque il centro pieno non è certo garantito. Una parte del tifo rimane ottimista, quelli che le operazioni di mercato avevano reso scettici ritengono che la dura sconfitta di Milano abbia messo la parola fine alle mire più ambiziose, che per altro non potevano essere sorrette da valutazioni serene. Difficile mettere in discussione il potenziale del Milan, che presto riavrà Pirlo e conta già su un Ibra monumentale. Difficile sottovalutare la portata della straordinaria rimonta dell'Inter, che perde nuovamente Milito (ma soltanto in Europa ne avvertirà la mancanza visto che Pazzini non è eleggibile), però sta ritrovando presenze fondamentali, su tutte quella di Sneijder. Se vincerà il recupero con la Fiorentina volerà a due punti dalla vetta, facile pensare a un sprint tra le milanesi. Per la Roma il massimo traguardo diventa dunque un pass per la Champions, obiettivo attualmente tutt'altro che agevole. Se poi Ranieri afferma, testuale: «Ci mancano Adriano e Totti», dando la priorità nella citazione a un acquisto imbarazzante, ancor prima che inutile, siamo non alla frutta, ma all'ammazzacaffè. Altro discorso per la Lazio, alla quale fino a questo momento la classifica garantirebbe una prossima stagione nella prima fascia dell'Europa, è stata perfino capolista, poi seconda, ora è scalata in quarta posizione, forse nessuno alla vigilia avrebbe preventivato un cammino così imperioso nella prima metà del campionato. Allarma il tifo degli aquilotti, tuttavia, quella sorta di appagamento che sembra avere contagiato la squadra nelle esibizioni più recenti, forse qualcuno ha la sensazione che si sia andati oltre le legittime aspettative, manca la fame che aveva ispirato il grande avvio. Non incoraggia ascoltare Stendardo, ragazzo intelligente, valutare la sua squadra da settimo posto, segno che la convinzione nei propri mezzi ha subito un contraccolpo negativo dai piccoli passi, però le vittorie sono arrivate, il pari con il Chievo ammazzagrandi bilanciato da quello colto a San Siro con i primi della classe. Dunque i segnali di allarme sono meno significativi rispetto a quelli che risuonano per l'immediato futuro dei cugini, ma se Reja viene contestato e se qualche protagonista mugugna non è un buon segnale, anche se le basi per una ripartenza in grande stile ci sono tutte.

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