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Roma al primo bivio

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Claudio Ranieri, allenatore della Roma

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Il futuro può attendere. Il campionato, invece, non aspetta nessuno. Stasera a San Siro la Roma ritrova l'eterna rivale che incrocerà anche nelle semifinali di coppa Italia: oggi contro l'Inter ci sono in palio tre punti che possono spostare molto nella corsa scudetto. Dopo averne regalati due al Brescia, i giallorossi non possono permettersi altri passi falsi, anche perché ieri l'Udinese ha vinto e una sconfitta potrebbe comportare una brusca discesa fino al settimo posto. L'ennesimo duello con i nerazzurri - 22 i confronti nelle ultime 5 stagioni - arriva al termine di una settimana che può aver cambiato la storia del club. La svolta americana è dietro l'angolo e a Trigoria non si parla d'altro. «Il cambiamento ci sta - commenta Bruno Conti - l'importante è che la Roma rimanga grande. Angelucci? Anche noi da dentro abbiamo capito che fuori non è amatissimo». A Ranieri spetta l'ingrato compito di tenere la squadra «piantata» sul presente. L'allenatore non vuole neanche sfiorare l'argomento societario, «perché - spiega ai giornalisti - ne so meno di voi. Noi dobbiamo solo pensare al campo, il sollievo arriverà quando vinceremo qualcosa. E poi io sono come San Tommaso...». Vedere per credere, insomma. Vedere per esempio un rinnovo di contratto condizionato da alcune clausole che per lui potrebbe arrivare insieme all'avvento della nuova proprietà. Intanto c'è un'Inter lanciatissima da fermare prima che sia troppo tardi. «È una partita importante - analizza l'allenatore giallorosso - perché noi siamo tra le squadre che vogliono lottare per lo scudetto e quindi cercheremo come sempre di fare la partita». Lo dice mentre gli si allunga il naso: la gara la lascerà fare ai nerazzurri, cercando di sfruttare le ripartenze con il tridente Menez-Vucinic-Borriello. E se le cose si metteranno male non potrà chiedere una mano a Totti. «L'Inter - aggiunge il tecnico - ha sempre dei cambi notevoli, a me invece mancheranno in attacco e le cose si complicano». Ranieri si ritrova di fronte Leonardo, che l'anno scorso lo ha battuto alla «Scala del calcio» con il Milan in una partita viziata da discutibili decisioni arbitrali. «Sarà un Inter diversa da quella che conosciamo, in pochi mesi ha cambiato tre volte mentalità, da Mourinho a Benitez e ora con Leonardo. Difficile dire quale sia la più forte». Quella di adesso ha comunque un Pazzini in più. «Lui e Kharja sono entrati e hanno segnato subito: evidentemente avevo ragione quando ho detto che si sono rinforzati» sottolinea Ranieri, riaccendendo la polemica lanciata dopo la chiusura del mercato. Ripensando al pareggio con il Brescia allarga le braccia: «Ci dovete accettare così, è il nostro tallone d'Achille. Perché perdiamo punti con le piccole? Un'idea ce l'ho ma ne parlo con chi di dovere». Chiusura su due decisioni che hanno complicato i programmi: la squalifica di Mexes e il recupero con il Bologna fissato al 23 febbraio. «Philippe ha sbagliato, quindi come chi sbaglia paga. Col Bologna - riconosce Ranieri - avrei preferito giocare più in là, a marzo, perché a febbraio abbiamo una gara importante di Champions. Parliamo sempre del fatto che l'Italia deve migliorare il ranking europeo ma questo non è stato preso in considerazione. Abbiamo chiesto un favore al Bologna, non è stato possibile: pazienza». Per la rivincita appuntamento sul campo. Intanto «ha da passà 'a nuttata» a San Siro.

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