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Il futuro in dieci giorni

Totti, Borriello e Menez

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Dieci giorni per decidere il futuro della Roma: su tutti i fronti. Su quello sportivo nel quale i giallorossi affrontano a stretto giro Inter (domani), Napoli (sabato prossimo) e Shakhtar (il mercoledì successivo). Partite che diranno molto, se non tutto, sul cammino in campionato e probabilmente in Champions della squadra di Ranieri ancora in corsa sui tre fronti. Ma giorni decisivi anche sul fronte societario dopo la porta spalancata da Unicredit al gruppo americano che fa capo a Thomas DiBendetto con il quale si è dato il via alle pratiche per la trattativa in esclusiva che porterà alla cessione del club. Tra la vecchia proprietà, Unicredit e la nuova «DiBendetto As Roma LLC» che ha presentato la proposta «più competitiva», ora riparte lo scambio di documenti per quelle integrazioni necessarie per chiudere in tempi abbastanza ristretti. Inizia adesso quindi una fase nella quale Unicredit sarà molto scrupolosa e cercherà di limare tutti gli spigoli che, inevitabilmente, si presenteranno da qui alla chiusura dell'affare. Date? Difficile da stabilire al momento con certezza, ma attorno alla metà di febbraio (c'è chi dice l'11 o il 14), si potrebbe iniziare con la vera e propria trattativa esclusiva che porterà poi in circa venti giorni al passaggio di proprietà. Com'è noto la banca resterà dentro con il 40% per poi cedere, in un secondo momento, la metà delle sue azioni a un imprenditore italiano (molti in ballo ma il più gettonato sembra essere Parnasi): che sarà poi colui che si occuperà della costruzione dello stadio giallorosso. In città le prime conferme sulla qualità della proposta americana e il «si» di Unicredit, hanno scatenato l'entusiasmo dei tifosi e a Trigoria sono spuntate bandiere a stelle e strisce. Prima degli allenamenti di ieri, molti tifosi hanno aspettato i giocatori davanti al Fulvio Bernardini per far firmare le bandiere americane ai propri beniamini. «Bella americà, facce Tarzan...» è la battuta più gettonata, mutuata dal mitico Albertone, che pantografa alla perfezione l'umore alle stelle del popolo romanista. Insomma gli americani hanno già fatto breccia nel cuore dei tifosi ai quali si accodano anche voci eccellenti. «Sono felice di constatare che la procedura di cessione della As Roma stia seguendo un andamento positivo. Unicredit è vicina alla chiusura di un accordo con un acquirente internazionale che si presenta economicamente forte e motivato per il successo sportivo della squadra e per il rapporto con il la tifoseria e la città» ha detto il sindaco Alemanno che fino a qualche giorno prima si era tenuto molto vago sull'argomento. E mentre i Roma Club della capitale sono pronti ad esporre fuori dalle proprie sedi le bandiere dello Zio Tom, anche dall'alta parte dell'oceano l'entusiasmo non manca. I colleghi della stampa americana, prospettano quale sarà il futuro della Roma e i parallelismi con i Red Socks di baseball lasciano ben sperare. L'idea è quella di una società strutturata attorno a un progetto molto ben articolato a medio-lungo termine, così come gli stessi imprenditori fecero con la mitica squadra di baseball che presero al valore di 500 milioni di dollari e che è oggi stimata invece ben oltre il miliardo. Speranze, mixate a sogni e realtà che spingono il titolo Roma in Borsa (ieri ha chiuso ancora con il segno positivo (+ 1,24%) ad un prezzo di riferimento di 1,223 euro) e rilanciano le ambizioni della squadra in campionato. Già, perché Ranieri ora dovrà essere bravo a tenere la barra della sua nave che rischia esser risucchiata dagli entusiasmi della piazza già proiettata al futuro. C'è invece una stagione tutta aperta e da giocare che vede proprio nei prossimi dieci giorni tre passaggi chiave tra campionato e Champions. Già a partire da domani quando a San Siro una Roma probabilmente senza Totti (o comunque non titolare) dovrà vedersela con la rivale degli ultimi anni: l'Inter ritrovata di Leonardo che con l'ultima iniezione di rinforzi a gennaio è tornata alla grande tra le protagoniste del campionato: e se quello di domani sera a San Siro non sarà uno scontro diretto da dentro o fuori, ci assomiglia molto.

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