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Mauro Zarate della Lazio e Marco Borriello della Roma

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«Mi si nota di più se vengo o se non vengo?» si chiedeva Nanni Moretti in Ecce Bombo. In questo momento Mauro Zarate potrebbe farsi la stessa domanda. Lo si è notato di più quando giocava oppure quando è mancato? In fondo negli ultimi dieci giorni non si è fatto altro che parlare di lui. Di un suo ipotetico e improbabile passaggio alla Juventus, del fatto che anche senza il suo numero 10 la Lazio abbia raccolto 4 punti in due partite senza l'abituale corollario di polemiche, persino di quel cross di Sculli per Kozak «che Zarate non avrebbe mai fatto, perché sarebbe rientrato in dribbling sul destro, poi avrebbe fintato, poi...» eccetera eccetera. Contro il Chievo a parlare sarà di nuovo, finalmente, il campo. Scontate le due giornate di squalifica per la crisi isterica di Bologna, Zarate tornerà titolare e dovrebbe affiancare in attacco Kozak. Un compagno inedito per chi quest'anno ha giostrato sempre al fianco di Floccari e nei campionati scorsi è stato il partner di Rocchi. I veronesi evocano dolci ricordi a Maurito. Nel girone d'andata fu proprio un suo gol a consegnare i tre punti alla Lazio dopo una partita dominata ma bloccata a lungo sullo 0-0. Zarate sbagliò tantissimo, poi mise in fondo al sacco la palla più difficile. Esultò quasi con le lacrime agli occhi guardando i compagni e facendo il segno «uno» con le dita. Come a dire: «Uno finalmente l'ho segnato». Quel giorno l'argentino interruppe un digiuno sotto porta che durava da 224 giorni. Sembrava l'alba di una nuova fase, era solo una suggestione. La stagione di Zarate è andata avanti tra pochi gol, 4, sostituzioni mal digerite, crisi di nervi e poche luci. Una di queste contro il Napoli: gol e prestazione sontuosa. «Finalmente mi ha fatto vincere una partita», disse Reja nel dopogara. Proprio il difficile rapporto col tecnico è stato una delle costanti di questa stagione. Dall'arrivo del friulano passando per il ritiro di Fiuggi fino ad arrivare al derby di Coppa Italia, i due si sono sempre mal sopportati e poco hanno fatto per nasconderlo in pubblico. Se Zarate giocherà domenica sarà soprattutto perché, con Floccari e Rocchi infortunati e Sculli lontano dalla forma migliore, le scelte in attacco sono obbligate. Così l'argentino avrà l'ennesima occasione per convincere il tecnico. Ma potrebbe essere l'ultima. Già nella successiva trasferta di Brescia, infatti, Floccari e Rocchi torneranno a disposizione. Inoltre, il fatto che fino alla fine del campionato non ci siano più turni infrasettimanali, limita al minimo la necessità di fare turnover. Così anche uno Sculli in recupero potrebbe diventare un concorrente pericoloso per una maglia. Senza contare che il calabrese, per concretezza e stile di gioco, sembra avvicinarsi molto di più alle idee di Reja. Resta la partita col Chievo. Zarate avrà le chiavi dell'attacco oltre a un riferimento come Kozak per i suoi cross. Si è allenato bene in queste due settimane d'assenza, muore dalla voglia di giocare e di dimostrare il suo valore. C'è solo da trasformare tutto questo in positivo. In fondo, il Chievo quest'anno gli ha già portato bene.  

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