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Gol di Robinho e Ibrahimovic dopo l'espulsione di Van Bommel I siciliani sprecano troppe occasioni. Si infortuna Ambrosini

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Untempo e qualcosa di nulla, poi Ibra si sveglia e ammaestra il Catania in due mosse. Una punizione che Robinho trasforma in oro e il colpo della sicurezza finale. La classifica dice Milan a +7 per una notte su Napoli e Lazio, ma la realtà è che c'è un uomo solo al comando e si chiama Ibrahimovic. A Catania l'ennesima dimostrazione della stagione. Perché il Milan avrà i piedi buoni, ma le idee no. La conseguenza è che il primo tempo è un inno alla noia. Primi quindici minuti sul filo del minimo sindacabile, poi trionfano solo gli sbadigli. Il Catania è incatenato al Milan, il Milan è incatenato al Catania ma nessuno fa niente per spezzare le catene. Se da una parte Simeone, con i guizzi del promettente Gomez, i movimenti di Maxi Lopez, qualche sprazzo a intermittenza di Mascara e le incursioni di Ledesma, riesce comunque a intravedere qualcosina di buono, dall'altra è buio pesto. Il canovaccio di Allegri, nonostante ci siano (ma più in teoria che in pratica) anche Robinho e Cassano, è il solito: tutti per Ibra, Ibra per tutti. Il piano milanista, però, si impantana in un attimo sui raddoppi sistematici delle sentinelle del Catania, abili a mandare Ibrahimovic spesso e volentieri in fuorigioco. Ibra non morde, Cassano latita e Robinho gira al largo: fantasia non pervenuta. E non può neanche arrivare da centrocampo, dove Van Bommel e Merkel fanno a randellate, ricambiati, con i dirimpettai Carboni (azzoppato e sostituito prima dell'intervallo) e Sciacca e solo Ambrosini e Ledesma offrono qualcosa di diverso. Lo spettacolo non abita qui: una mezza invenzione di Ibra che Cassano sparacchia addosso ad Andujar e stop. Fine di un primo atto assolutamente dimenticabile. L'inizio del secondo offre Emanuelson, al posto di Merkel, e poco altro. Van Bommel continua a fare a sportellate in mezzo al campo, le prende ma soprattutto le dà. E quella, non violentissima ma comunque brutta, che dà dopo nove minuti della ripresa gli vale il secondo giallo. Milan in dieci, ma per sua fortuna c'è sempre Ibra che fa quasi tutto da solo e porta avanti la carretta rossonera. Si guadagna una punizione, la calcia in maniera non irresistibile, Andujar la respinge proprio come non la dovrebbe respingere e la serve in bocca a Robinho che deve solo metterla dentro. La zampata di "Binho", al 58', cambia tutto. Per il finale Allegri rispolvera Oddo e Jankulovski per il fumoso Cassano e Ambrosini, il Catania chiama a raccolta Ricchiuti e fa quel che può. Non molto, con lo stesso Ricchiuti, Pesce e un tiro da lontano di Gomez, ma comunque qualcosa. Niente che possa competere con quello che combina Ibrahimovic quando sconfina. Andujar, dopo una parata su Emanuelson, gli dice di no una volta, ma la seconda, su assist di Robinho, deve alzare la bandiera bianca dello 0-2. Una volta al Cibali succedevano cose clamorose, ma ieri non era proprio serata.

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