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Palla al centro

Il derby della Capitale tra Roma e Lazio

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Si completa finalmente il quadro dei quarti di finale della Coppa Italia, competizione che con grande indulgenza si può definire bizzarra. Questo è il penultimo turno dedicato alla partita secca, dalle semifinali andata e ritorno, prima si giocherà in casa della squadra meglio classificata nella stagione precdente. Se nell'amletica follia c'era del metodo, in questa non se ne ravvisa traccia, del resto immagini e numeri parlano di stadi vuoti fino alla desolazione e di incassi da bussolotto della questua in parrocchia. A questa fase, le squadre più quotate sono giunte senza spendere una goccia di sudore, così magari i quarti si regalerano un minimo di prestigio. Ma la formula resta da manicomio, non si capisce perché la seconda competizione nazionale (che tra l'altro non gratifica in prospettiva Champions, mentre una volta c'era almeno la Coppa delle Coppe), venga spogliata per mesi da qualsiasi forma di interesse. Stasera vedremo uno stadio quasi pieno, ma soltanto perché a Roma il derby suscita grande richiamo, quale che sia la sua etichetta. Si gioca in casa dei romanisti, all'esordio nella manifestazione, mentre la Lazio ha dovuto affrontare lungo il suo cammino ostacoli di alto livello: tre i gol segnati al Portogruaro, sempre all'Olimpico tre i gol rifilati all'Albinoleffe, tre il numero complessivo dei tifosi sugli spalti, due romani e un ospite. Una stracittadina della quale, in questo momento del campionato, le due squadre avrebbero fatto volentieri a meno, anche se per il tifoso il richiamo resta irresistibile. Si gioca di notte, il clima non incoraggia, c'è il rischio dei tempi supplementari, non la più gradevole delle prospettive in vista degli impegni più vicini, sabato la Roma contro un Cagliari in grande spolvero, domenica la Lazio a Bologna. Non ha torto Reja quando afferma che il maggiore interesse, alla partita, lo rivolge la sua squadra, mentre i rivali non soltanto sono impegnati, come del resto i cugini, nella rincorsa al Milan, ma perché i romanisti hanno ancora in calendario un non impossibile quarto di finale contro gli ucraini dello Shakhtar. Però un derby non consente né concessioni né distrazioni, Ranieri vuole confermare la sua felice tradizione recente, tre vittorie su tre tentativi, il suo collega auspica vivamente che la tendenza possa invertirsi. Turnover molto blando in casa Lazio, riposo per Hernanes che sta pagando la partenza a tutto gas, per il resto Berni in porta secondo delle strategie di Coppa, panchina per Sculli appena arrivato. Ranieri è solito riservare sorprese, stavolta in attacco le scelte sono rese obbligate dalla squalifica di Totti, dunque Menez a supporto di Vucinic e Borriello. A meno che il buon Claudio non voglia ancora una volta stupire il mondo presentando in campo l'inguardabile Adriano, magari per far pagare a Vucinic l'irriverente reazione di Cesena. Con un occhio alle incursioni di Zarate, si tenta di recuperare per la fascia destra Cassetti, non in perfette condizioni. Saranno vent'anni, oggi, dall'addio a Dino Viola, quel presidente che per primo aveva restituito dignità e prestigio al calcio della Capitale, combattendo senza temere ritorsioni l'eterno potere del Nord. Un triste anniversario anche per la Lazio, nel ricordo di quello splendido ragazzo che era stato Luciano Re Cecconi, protagonista del primo storico scudetto. Speriamo che il tifo sia compatto nel ricordarli con un comportamento esemplare, isolando gli immancabili guastatori.

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