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C'è una partita Capitale

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Rosella Sensi

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Felice Anno Nuovo al calcio della Capitale, che si accinge a riprendere il cammino dopo la sosta riparatrice delle festività, magari un po' dilatata però utile per la meditazione sulle parentesi meno felici del 2010 e per delineare un futuro immediato il più possibile sereno. Riparte in pole position, nella eterna sfida cittadina, la Lazio: stabilmente insediatasi nel salotto nobile dell'alta classifica, perfino un ritaglio di primato e ora un secondo posto prestigioso alle spalle del Milan, in linea con un'altrettanto sorprendente Napoli e con due punti in più di una Juventus lanciata alla riconquista del prestigio smarrito, per non parlare dei quattro sui cugini, nonostante il derby perduto. Tra l'Epifania e la seconda domenica del nuovo anno si chiuderà il girone di andata e dunque il futuro più immediato riguarda gli impegni dedicati alla ripresa, i laziali prima a Marassi contro il Genoa e poi in casa con il Lecce, la Roma all'Olimpico a sfidare le alchimie tattiche di Giampaolo e del suo Catania, prima di visitare la sponda doriana di Genova. Poi però le prospettive si dilatano e passano anche attraverso un mercato che si riapre, proponendo entrate e uscite, magari il problema riguarda soprattutto la Roma e i suoi tanti interrogativi: di società, di bilancio, di sfoltimento della rosa, di possibile nuova gestione, del malumore di collaudati pilastri. A Formello si riparte da sorrisi e serenità, l'avvio di stagione ha trasmesso al popolo laziale solide certezze, non è soltanto la classifica a imporre la precedenza, nella rassegna di speranze e ambizioni, per l'armata biancoceleste ispirata dai voli di Olympia. Ripresa per i capelli da Edy Reja quando era sull'orlo del baratro, nel finale della stagione scorsa viziata anche da errori gestionali, la Lazio sta trasmettendo una confortante immagine di solidità e di compattezza: in campo, ma soprattutto in quello spogliatoio che aveva vissuto momenti difficili. La rivolta dei dissidenti aveva lasciato il segno, la partenza di Pandev a parametro zero particolarmente dolorosa, bilanciata infine dal recupero di Ledesma che ha perfino trovato la maglia azzurra. Grandi i meriti di un allenatore limpido e serio,che la gestione del suo gruppo, ancora un po' pletorico, ha saputo amministrare con saggezza e intelligenza, fino a rendere irrilevanti possibili dualismi e qualche esclusione eccellente. Tatticamente organizzata, la Lazio può contare anche su un rilevante tasso di talento, a cominciare dalle vecchie conoscenze Zarate e Dias, alle quali si è aggiunto l'acquisto più felice della stagione. Hernanes è stato appena classificato al secondo posto tra i brasiliani che giocano in Europa, davanti a lui soltanto l'interista Maicon lanciato dai cinque trionfi stagionali dell'Inter. Nella graduatoria il partente Ronaldinho è appena dodicesimo, non pervenuto Adriano, il cui addio è per ora soltanto auspicato. Se la Lazio trasmette certezze e fiducia, la Roma vive un momento di grande precarietà, dopo lo sterile primato di punti dell'anno appena archiviato, nonostante una classifica apprezzabile anche se deludente rispetto alle elevate ambizioni della vigilia. L'interrogativo più pesante esula dalla sfera tecnica e si riferisce al futuro di una società che attualmente non ha un volto e tanto meno una presenza sostanziale. Si parla di interessi americani, ai quali sicuramente il popolo romanista guarda con affetto e fiducia superiori a quelli riservati a possibili aspiranti locali, sul tiepido interesse riservato alle società italiane pesano puntualmente l'assenza di uno stadio di proprietà e la relativa trasparenza dei conti. La qualità della squadra è fuori discussione, non possono definirsi occasionali i grandi risultati conseguiti sotto la guida di Spalletti, né la grande rimonta di Ranieri e lo scudetto sfumato a un passo dal traguardo. I problemi romanisti nascono e si sviluppano sui tentativi di operare sul mercato senza supporti economici. Di qui la ricerca dei colpi a parametro zero, la salvaguardia dell'immagine societaria affidata a cortine di fumo, mentre la rosa diventa ulteriormente pletorica e i pesi morti nessuno se li accolla, con relativo retaggio di ingaggi onerosi. Non risolve molto la partenza di Julio Baptista alla volta di Malaga, ma almeno è un passo avanti, restano altri brasiliani da rottamare, aspettiamo gli sviluppi. Ma per questi primi impegni, Ranieri dovrà sciogliere i nodi, da lui stesso creati, relativi al virtuale accantonamento di due giocatori che appartengono alla storia della Roma. Francesco Totti, anzi, è la storia, il giocatore più importante di sempre, David Pizarro è stato un grandissimo protagonista delle ultime stagioni, adesso sfoga il suo malumore in patria con il pretesto delle cure al ginocchio. Per poter definire il futuro immediato della Roma, è indispensabile trovare il modo di uscire da questa sorta di commedia degli equivoci che si è creata, con l'aggiunta della vicenda legata al rinnovo di Mexes, che potrebbe andarsene senza un minimo di contropartita nelle casse sociali. Si naviga al buio, insomma, c'è tanta qualità da sfruttare, scarsissime le sicurezze nella capacità di gestirla.

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