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La svolta grazie all'uomo di Gorizia

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Dall'infernodi una retrocessione che sembrava scritta, all'apoteosi di un campionato cominciato con il passo della grande. Se ne va un 2010 che passerà alla storia per l'arrivo del simbolo biancoceleste oltre che per una salvezza certificata a due giornate dalla fine di uno dei campionati più brutti delle ultime stagioni. Poi, la riscossa griffata Reja che ha saputo ricompattare una squadra allo sbando per portarla, grazie anche all'arrivo di Hernanes, al secondo posto in classifica. L'uomo venuto da Gorizia ha mostrato buonsenso, esperienza ma anche una modernità che non gli era stata mai riconosciuta in passato. Il recupero di Ledesma, un capolavoro diplomatico, la scelta estiva di puntare sul Profeta annunciando il cambiamento di strategia societaria ora più attenta alla qualità piuttosto che alla quantità dei rinforzi, infine il cambiamento tattico con la rinuncia alla difesa a tre. Tutte mosse dello stratega friulano che pure avrà commesso qualche errore, avrà sbagliato qualche sostituzione (in particolare nei due derby) ma nel complesso è il vero e unico personaggio dell'anno che va agli archivi. Ma non si possono dimenticare i protagonisti in campo come Ledesma e Rocchi ad esempio, fondamentali nella salvezza dello scorso campionato. L'italo-argentino è stato straordinario quando lo scorso 14 febbraio si è rimesso gli scarpini e ha rialzato la baracca dopo i veleni della fine del 2009. Un professionista esemplare oltre che un giocatore che come pochi sa abbinare quantità e qualità. Dalla serietà di Ledesma alla fantasia di Hernanes, il brasiliano che con cinque gol sta portando stabilmente la Lazio nelle zone nobili della classifica, quelle che gli competono per tradizione e lignaggio. L'ex faro del San Paolo si è ambientato in fretta facendo vedere subito che i 13.5 milioni che è costato il suo cartellino sono stati spesi bene. Poi gli altri, da un Muslera sempre più convincente anche se ha chiuso il 2010 con un paio di incertezze, alla crescita di Lichtsteiner. Il carisma della coppia Dias-Biava, entrambi arrivati a gennaio senza grandi proclami ma preziosi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Da ricordare anche i gol di Floccari, la crescita di Mauri che ha saputo riconquistare i tifosi scettici e anche la nazionale, il risveglio di Zarate, sparito sul finire dello scorso campionato e ora tornato a regalare magie. Tutti fondamentali per la riscossa di un gruppo rigenerato dallo strappo di Norcia. Già, quel ritiro dopo il clamoroso ko interno col Bari, rappresenta il momento decisivo della ricostruzione. In Umbria, l'arrivo dello psicologo mandato da Lotito, riuscì a far reagire i giocatori con una sussulto d'orgoglio decisivo per certificare la salvezza. Senza quel ritiro forse la Lazio sarebbe scivolata in B e avrebbe rischiato anche il fallimento economico e invece proprio in quel periodo nacque la Lazio che da settembre in poi sta recitando un ruolo da protagonista in Italia con la speranza di tornare in Europa. Infine, il presidente Lotito bravo a far tesoro degli errori commessi per rilanciare un progetto comunque sempre portato avanti con grande dignità. La volontà di riconquistare i tifosi, la conferma di Ledesma e Zarate, l'acquisto di Hernanes, il prezioso lavoro svolto in Lega per riportare il calcio a una dimensione più umana, sono i fiori all'occhiello di una società che vuole volare sempre più alto. Come Olympia appunto.

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