Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il nuovo Cassano all'ultimo esame

default_image

  • a
  • a
  • a

DanielePalizzotto Tifosi in festa, cori di incitamento e grandi aspettative. La nuova vita rossonera dell'interista Antonio Cassano si è aperta come le precedenti, tra l'entusiasmo di un popolo ancora a digiuno di «cassanate». Nessuna dichiarazione, massima puntualità e, per una volta, la fama di «cattivo ragazzo» lasciata al compagno Robinho, che ha perso il volo da San Paolo e mancato la partenza della truppa milanista per il ritiro invernale di Dubai. Ma una differenza con le passate esperienze, a ben guardare, c'è. Se la vista dei tifosi del Milan è ottenebrata dal talento di Bari vecchia, chiamato a sostituire il «giocatore più forte del mondo» alias Ronaldinho, nelle dichiarazioni dello spogliatoio emerge una punta di diffidenza. «Cassano dovrà avere l'umiltà di mettersi a disposizione», ha osservato il tecnico Allegri. «Cercheremo di tenere a bada Antonio – ha ammonito Oddo – il Milan esige rispetto». Umiltà, impegno, disponibilità al sacrificio: valori che il 28enne Cassano mai ha dimostrato di possedere. Come dimenticare in che modo sono terminati i passati amori del barese? A partire dall'esperienza romana, dai litigi con il presidente Sensi al rapporto rovinato con l'idolo Francesco Totti. A Madrid, poi, Cassano è riuscito a farsi scaricare anche da Capello, l'unico che a Roma l'aveva protetto e fatto giocare nonostante le scenate. Nel 2007 ci ha provato la Sampdoria a lanciare un'ancora di salvataggio al barese. Il presidente Garrone lo ha accolto come un figlio, nonostante le «cassanate» dei primi mesi contro gli arbitri, le squalifiche e le multe. Poi l'incontro con la pallanotista Carolina Marcialis, il colpo di fulmine, le 700 amanti dimenticate, il matrimonio, addirittura un figlio in arrivo e una sbandierata, ma illusoria, maturità. Lo scorso ottobre Cassano ci è ricascato, ha preso a male parole Garrone ed è finito fuori squadra. L'arbitrato gli ha dato torto, il presidente Garrone l'ha scaricato. E ora il Milan, ultima grande chance. «Antonio non può più fallire – ha osservato il mentore Eugenio Fascetti – deve comportarsi bene». Per ora il barese ha dimostrato grande voglia di giocarsela, accettando una piccola decurtazione allo stipendio per sanare il debito della Sampdoria con il Real Madrid. Adesso, però, dovrà scendere in campo e mostrare di aver finalmente imparato la lezione. Il contratto con il Milan (2,8 milioni di euro a stagione) scade il 30 giugno 2014, 13 giorni prima della finale del Mondiale brasiliano. Tre anni e mezzo, però, sono lunghi. E per meritarsi la prima convocazione in una rassegna iridata, e magari giocarsela da protagonista, non basteranno certo le nuove scarpe in arrivo dalla sponsor.

Dai blog