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Un Sei Nazioni da guardare con ottimismo

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Primadi ogni altra cosa, nel calendario del nuovo anno campeggia proprio all'inizio l'appuntamento cruciale per l'Italrugby : il Sei Nazioni. L'ultracentenario torneo dal 2000 ha incluso l'Italia nel Gotha del rugby continentale, ma il suo prestigio scavalca i confini europei assurgendo a dignità universale. La scorsa edizione fu segnata per gli Azzurri dalla vittoria sulla Scozia - secondo le attese - , dalla buonissima prestazione contro l'Inghilterra (sconfitta per 12-17), dalla solita «onorevole sconfitta» a Dublino contro l'Irlanda e da due disfatte con Francia e Galles. Migliorare lo score è possibile, e non solo per il calendario che questa volta prevede tre impegni al Flaminio con Irlanda, Francia e Galles. Gli ultimi Test Match - al di là dei risultati numerici - e le prestazioni del Benetton Treviso in Celtic League autorizzano a pensieri all'insegna dell'ottimismo. Sarà fondamentale la conferma della mediana Gori-Orquera (con Bocchino alla finestra) che potrebbe, almeno in parte, lenire un problema ormai atavico per gli Azzurri. L'esplosione di Benvenuti dona nuova linfa alla linea dei tre-quarti, altro punto debole delle ultime stagioni. Il reparto merita un discorso a parte. A Treviso Michele Sepe e Andrea Pratichetti fanno la muffa tra panchina e tribuna, a Viadana sta giocando un'ottima stagione Giulio Toniolatti, bravo a riciclarsi da ala dopo essere stato bruciato per la maglia numero 9. Le sue qualità atletiche devono essere prese in considerazione dallo staff di Mallett vista che nel ruolo non possiamo permetterci sprechi, in attesa che Rubini recuperi da un brutto infortunio. Buon 2011 a tutti. Ale. Fus.

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